La pasta con i tenerumi, che è una pietanza estiva, pur essendo una minestra (sembra quasi un ossimoro), è tra le preferite del mitico commissario Montalbano. Fa parte del cosiddetto “cibo del conforto“, perché consente ai nostri sensi di compiere un meraviglioso viaggio fino alle nostre radici, catapultandoci nella nostra infanzia, ed è un piatto povero della tradizione contadina siciliana, conosciuta come “cucina di sopravvivenza” che, nei periodi di povertà, portava a far tesoro di ogni parte commestibile della pianta.
Con il termine Tenerumi i siciliani indicano le foglie delle zucchina, nota come “zucchina lunga” o “zucca serpente di Sicilia” (così chiamata perché nella coltivazione libera sul terreno si ricurva, prendendo la tipica forma di un serpentello), molto apprezzata per le sue qualità rinfrescanti e diuretiche. Prime tracce di questa specie risalgono a ritrovamenti datati oltre 7000 anni a.C., tanto che pare sia stata la prima specie di zucca conosciuta al mondo, coltivata dai Fenici e usata in India e in Africa per la realizzazione di strumenti musicali. Andiamo alla ricetta che mia nonna ha tramandato a mia madre ed è arrivata, così, fino a me:
Per 4 persone
- 300 gr. di spaghetti spezzettati (la quantità dipende dal vostro essere buone forchette)
- 4 mazzetti di tenerumi (di cui si mettono solo le cime)
picchi pacchi (aglio, olio, pomodori pelati) - sale q.b
- generosi di olio
1) Pulite i tenerumi e usate la parte più tenera
2) Spezzettateli e sbollentateli in acqua salata
3) Colateli al dente e conservatene l’acqua di cottura
4) In una casseruola, in olio abbondante fate imbiondire l’aglio, aggiungete il pomodoro pelato, salatelo e, a metà cottura, incorporate i tenerumi, che farete insaporire all’incirca per 10 minuti
5) Cuocete gli spaghetti spezzettati nell’acqua di cottura dei tenerumi e versateli, non colati del tutto, nella casseruola. Fateli riposare qualche minuto e aggiungete olio a crudo. Pepe a piacere.
Buona pasta con i tenerumi a tutti