In una lunga nota inviata alla stampa lo Snals ha indicato le linee guida da consegnare al nuovo rettore dell’Università di Palermo per i sei anni 2021-2027.
“L’Università è una comunità di ricerca scientifica e di alta formazione a cui partecipano a pieno titolo, nelle rispettive competenze e responsabilità, professori, ricercatori, collaboratori della ricerca, studenti e personale tecnico amministrativo”. L’articolo 1 dello Statuto di Ateneo sintetizza perfettamente l’innato spirito comunitario che deve connotare la vita all’interno del nostro Ateneo. Ogni Università, infatti, trova il proprio fondamento nella propria natura di “universitas”, cioè di una comunità in cui le componenti fondamentali (studenti, personale docente e ricercatore e personale TAB) operano sinergicamente e interagiscono per l’accrescimento del sapere e lo sviluppo della conoscenza”, inizia la nota del sindacato.
“Purtroppo, in talune occasioni si perde di vista il significato più profondo del dettato statutario e la formula viene ridotta a mera retorica, in base all’errata convinzione che il personale TAB ricopra una posizione marginale e, comunque, subalterna all’interno del contesto accademico. Idea che, purtroppo, appare ancora radicata in certe stanze del nostro Ateneo: prova ne è la scellerata decisione di modificare lo Statuto, introducendo, in occasione delle elezioni del nuovo Rettore dell’Ateneo del prossimo mese di luglio 2021, il voto in forma pesata di tutto il personale TAB. Dietro l’inganno di un’apparente, maggiore democraticità, il nuovo sistema elettorale non solo determinerà una minore incidenza del voto del personale TAB rispetto al precedente meccanismo dei “grandi elettori” (che, giova ricordarlo, esprimevano un voto pieno, al pari dei docenti, e non pesato), ma altresì relegherà il personale predetto ad una posizione di differenza rispetto ai docenti, non solo perché, come detto, il voto sarà “pesato”, e non pieno, ma anche perché le schede saranno messe in un’urna separata, con tutti i pericoli che ciò comporta (a cominciare da quello di un maggiore “controllo” sul voto a scapito della più totale libertà di scelta)”, prosegue la nota
“Non vogliamo anche noi correre il rischio di scivolare nella retorica nel tentativo di confutare tali posizioni, ma sono i fatti a dimostrare il reale ruolo del personale TAB. È possibile, infatti, immaginare l’Università senza il personale TAB? Qualche docente forse risponderebbe “Certamente! E l’Università sarebbe un mondo migliore! Meno scartoffie da compilare, meno orpelli burocratici da cui essere assillati, meno regole e regolamenti in cui rimanere impaniati!”, si legge nel documento.
“Noi, invece, crediamo che senza il personale TAB la vita accademica si ridurrebbe alla paralisi, venendo meno tutti i servizi essenziali: non si potrebbero completare le pratiche relative ad immatricolazioni, iscrizioni e aggiornamento carriere presso le Segreterie Studenti; non si potrebbero acquisire beni e servizi sul MePA o nel libero mercato; non si potrebbe chiedere il rimborso di una missione o di una spesa effettuata tramite fondo economale; non ci sarebbero il piano delle aule né il calendario delle lezioni e degli esami; le biblioteche resterebbero chiuse; non si potrebbe fruire di servizi quali il prestito librario o il document delivery; non si potrebbero emanare i bandi per il reclutamento di docenti, ricercatori, assegnisti e borsisti di ricerca; nei laboratori sarebbe preclusa l’attività di ricerca”, è il testo.
“L’elenco potrebbe continuare ancora, ma riteniamo di avere già sufficientemente fornito l’idea, se mai ce ne fosse stato bisogno, che non ci può essere Università senza personale TAB. Ecco perché il nuovo Rettore dell’Università di Palermo per il sessennio 2021-2027 dovrà fare dell’attenzione verso il personale TAB un punto focale della propria politica. Una politica che dovrà essere finalmente inclusiva, mirante alla crescita dell’intera categoria, e non soltanto della ristretta cerchia vicina alla governance”, prosegue la nota indirizzata a chi subentrerà a Fabrizio Micari.
“La pandemia in atto ha evidenziato il grande senso di attaccamento all’istituzione del personale TAB, capace di continuare ad offrire il servizio all’utenza senza nessuna interruzione, spesso andando ben oltre il rispetto delle mansioni contrattuali o dell’orario di lavoro giornaliero. Ma, per di più, il personale TAB ha dimostrato di essere pronto all’innovazione e al cambiamento, capace di adattarsi alle nuove modalità organizzative (in primis, lo smart working) e di familiarizzare con gli innovativi strumenti digitali di cui l’attuale emergenza ha reso inevitabile e immediato il capillare utilizzo (basti pensare alla piattaforma Microsoft Teams). Insomma, il personale TAB ha dato prova di avere voglia di fare e di migliorarsi”, si legge.
“L’introduzione dello smart working durante la pandemia ha dimostrato come sia praticabile, anche nelle Pubbliche Amministrazioni, un modo diverso di lavorare. L’emergenza Covid-19 ha, dunque, accelerato un processo di trasformazione del modello organizzativo delle Pubbliche Amministrazioni che, in tempi normali, avrebbe richiesto anni. È necessario, pertanto, fare tesoro dell’esperienza maturata in questi mesi, analizzandone punti di forza e aree di miglioramento”, si legge nel testo.
“Sarà, dunque, fondamentale incentivare il ricorso allo smart working, nell’ottica di migliorare la performance organizzativa. Ai lavoratori, compatibilmente con le mansioni svolte, dovrà essere garantita la possibilità di svolgere in modalità “agile” la propria attività lavorativa per il numero di giorni alla settimana concordato con i responsabili delle strutture. Nel contempo, bisognerà vigilare sul rispetto dei diritti (a cominciare dal diritto alla disconnessione) e dei doveri dei lavoratori, al fine di non compromettere irrimediabilmente l’equilibrio tra vita privata e vita lavorativa, che è tra i presupposti del lavoro agile”, prosegue la nota.
“Il nuovo Rettore dovrà, pertanto, dare impulso alla creazione di un contesto in cui il personale TAB sia sempre motivato ad esprimere al meglio le proprie professionalità e a potenziare il proprio know how. Grande impulso dovrà, quindi, essere dato alla formazione. In un contesto sempre più dinamico e competitivo quale quello attuale, lo sviluppo di nuove competenze da parte del proprio personale non può che costituire un obiettivo strategico per ogni organizzazione: solo in questo modo sarà possibile affrontare con successo le sfide presenti e future e continuare ad offrire un servizio di qualità ai propri utenti. Destinare quante più risorse possibili alla formazione del personale costituirà un investimento di sicuro successo: avere personale più preparato significa, infatti, incrementare il livello qualitativo dell’Ateneo, migliorarne l’immagine nel panorama nazionale e internazionale nonché aumentarne la capacità di intercettare nuove risorse economiche (basti pensare, ad esempio, alla possibilità di partecipare con successo ai bandi per il finanziamento di progetti di ricerca e/o formazione)”, è il testo.
“Reinhold Würth, imprenditore tedesco che ha costruito, partendo da una ferramenta, un’azienda di caratura mondiale, sosteneva che “puoi raggiungere risultati altamente superiori con un team molto motivato, che dispone di macchinari vecchi e fatiscenti dislocati in un vecchio capannone, rispetto a quello che riuscirai a raggiungere con un team demotivato e privo di stimoli, che ha accesso alle migliori attrezzature e infrastrutture”, ancora si legge.
“Ecco perché siamo convinti che sia indispensabile garantire una formazione di qualità, strategicamente mirata ad arricchire e aggiornare sia le competenze specialistiche sia quelle trasversali, in modo che il personale possa rispondere in modo efficace al cambiamento e operare al meglio e con più motivazioni in una Pubblica Amministrazione sempre più dinamica”, si precisa.
“La crescita professionale e motivazionale del personale non potrà prescindere dalla previsione di un sistema di adeguati incentivi, economici e di carriera. In tal senso, il nuovo Rettore, pur nella consapevolezza della limitatezza del budget attualmente a disposizione e dei vincoli imposti dalla normativa vigente, dovrà produrre il massimo sforzo per reperire il maggior numero di risorse da destinare a tale scopo. Ciò, ovviamente, non significherà una distribuzione a pioggia (cosa, peraltro, espressamente proibita dalla legge), ma dovrà garantire il giusto riconoscimento per il proprio impegno all’interno dell’Ateneo al maggior numero possibile di meritevoli”, è il testo.
“Nel rispetto della legge Gelmini e dello Statuto di Ateneo, l’azione del nuovo Rettore non dovrebbe, dunque, mai perdere di vista l’obiettivo della promozione del merito, che deve tradursi nel riconoscimento di incentivi economici e di carriera a chi veramente si spende per l’istituzione, e non soltanto a quei pochi eletti che godono della simpatia del Rettore di turno e delle persone a lui più vicine. È ovvio che offrire al personale TAB la certezza che il proprio impegno all’interno dell’Ateneo venga riconosciuto costituisca un volano per ottenere la best performance da parte di tutti. Crediamo che il tentativo di “cambiamento” della cultura del lavoro nel settore pubblico e il miglioramento della qualità dei servizi offerti da un’amministrazione pubblica non possa prescindere da azioni come questa. Anche in questo caso, è doveroso tagliare i ponti con il recente passato, in cui la promozione è stata pesantemente inquinata da altri fattori che ben poco hanno a che vedere con il merito. È dunque imprescindibile che l’Università di Palermo non sia più quella che attualmente è, ossia una zona franca in cui il riconoscimento di una legittima prerogativa (quale, ad esempio, la possibilità di partecipare ad un concorso, l’ottenere un incarico, un trasferimento o un’indennità, il ricevere una equa valutazione della performance, la possibilità di ricevere l’esonero dall’attività assistenziale per dedicarsi ad attività didattiche e scientifiche, ecc.) sembra purtroppo poggiare non già sul merito, quanto piuttosto, in maniera decisiva e determinante, su altri fattori, tra cui, lo ribadiamo, il livello di gradimento del soggetto interessato presso il Rettore e i suoi più stretti collaboratori. In altre parole, il nuovo Rettore dovrà finalmente ripristinare all’interno dell’Ateneo quel principio basilare di giustizia, non a caso apposto in tutti i tribunali, che “la legge è uguale per tutti”, prosegue lo Snals.
“L’attenzione alle competenze dei dipendenti, alle loro motivazioni e alle loro esigenze di crescita professionale dovrebbe altresì costituire uno dei capisaldi dell’organizzazione degli uffici e della distribuzione del personale al loro interno. Negli ultimi anni, infatti, non sono stati pochi i colleghi che ci hanno rappresentato il loro malessere, causato dall’impossibilità di trasferirsi presso un’altra struttura. Francamente, ancora oggi, non comprendiamo perché la possibilità di trasferirsi altrove ad alcuni sia stata concessa (in alcuni casi, anche in tempi molto rapidi), mentre ad altri sia stata sistematicamente negata. Ecco perché ci auguriamo che nel prossimo sessennio venga incentivata la mappatura delle competenze e, in presenza di motivazioni personali di particolare importanza, anche legate ad esigenze di sviluppo del proprio percorso professionale, venga consentita la mobilità del dipendente, peraltro come previsto dal vigente Regolamento per la mobilità del personale t.a”, si legge ancora.
“Siamo certi che lavoratori più motivati, messi nelle condizioni di operare in un contesto a loro più congeniale, siano decisamente più produttivi. Non a caso, uno dei capisaldi dell’”organizzazione scientifica del lavoro” teorizzata da Frederick Taylor era quello del “the right man to the right place”: è, pertanto, evidente che una buona organizzazione non possa prescindere dall’avere le “persone giuste” al “posto giusto”, è l’auspicio dello Snals.
“È evidente che al nuovo Rettore toccherà un compito tanto impegnativo quanto stimolante: intervenire nelle aree di criticità dell’Ateneo e consolidare i punti di forza, nell’ottica del miglioramento e della crescita continui”, si legge nel testo.
“È naturale che, di fronte ad una risposta di responsabile consapevolezza e ad una concreta apertura al dialogo da parte del nuovo Rettore, dopo anni di totale chiusura e di manifesta ostilità, lo Snals sarebbe ben disponibile a contribuire, nel pieno rispetto dei ruoli, con idee e con proposte costruttive, alla realizzazione e al rafforzamento delle auspicate innovazioni strutturali, ordinamentali e gestionali di una Università rinnovata nelle sue finalità, nei suoi contenuti e nelle sue strategie di intervento. Va da sé che lo Snals non abdicherà al proprio impegno di incisiva presenza nella difficile situazione attuale perché siamo consapevoli, oggi più di ieri, della necessità di scongiurare fenomeni di rassegnazione e di apatia. Ovviamente, tutto ciò sottende, nella nostra ottica, il rispetto dei diritti sindacali che, negli ultimi anni, sono stati completamente calpestati”, conclude lo Snals.