Rimane ancora al palo la riforma sull’Urbanistica in Sicilia e le tempistiche per riorganizzare l’assetto dell’edilizia sono ancora incerte. La commissione Territorio e ambiente dell’Ars ha fatto un passo indietro e il via libera al disegno di legge che prevede un nuovo modello di governo del territorio si farà attendere ancora per un pò, prima di essere incardinato a Sala d’Ercole per l’approvazione.
Stand-by motivato dal fatto che sulla stessa materia il ministero delle Infrastrutture ha elaborato una serie di norme ancora non approvate e quindi la Regione attende la legge nazionale prima di procedere, evitando il confronto con la Corte costituzionale.
“Il ddl sull’urbanistica non è stato ritirato, ma scorporato, stiamo incardinando una prima fase in attesa che il governo nazionale emani la legge. Se noi oggi andassimo a fare il ddl completo, andremmo in contrasto con le norme contenute nel ddl di Salvini non ancora approvate. Una parte della legge riguarda il ripristino di alcune norme che la Corte costituzionale aveva bocciato, che riguardavano in particolare alcuni degli aspetti tecnici della materia. Stiamo cercando di portare in aula le parti che sono state contestate da Roma”, ha spiegato il deputato di FdI all’Ars Carlo Auteri e componente della IV commissione.
La proposta di legge, di iniziativa del governo Schifani, è articolata e complessa, revisionata più volte nel corso delle varie audizioni e fasi esaurite in commissione. Era, originariamente, suddiviso in due parti: la prima dedicata alla pianificazione urbanistica e la seconda, invece, volta a modificare le regole in materia edilizia, in alcuni casi, necessarie per recepire nell’ordinamento regionale modifiche normative intervenute a livello nazionale. L’obiettivo rimane comunque quello di intervenire sul controllo dell’attività urbanistico-edilizia e della sanatoria delle opere abusive. Era stato esitato dalla Commissione nella seduta del 16 gennaio 2024 e trasmesso all’Aula (CLICCA QUI). Tuttavia, nelle more dell’esame del disegno di legge da parte dell’Assemblea, il governo nazionale ha approvato un decreto-legge contenente misure urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica. Una circostanza che ha costretto il parlamento regionale a rinviare il testo di legge in commissione per un ulteriore approfondimento istruttorio, così da accertare in che misura l’iniziativa del Mit incida sui relativi contenuti ed eventualmente provvedere alle modifiche ritenute necessarie. Scelta, questa, poi formalizzata da una decisione della Conferenza dei presidenti dei gruppi parlamentari.
Si è anche tenuto conto della necessità di approfondire le norme in materia di edilizia e dell’opportunità di procedere rapidamente alla modifica di alcuni punti della legge regionale del 2020, in parte sottolineata in sede di istruttoria legislativa nel corso del ciclo di audizioni che hanno visto partecipare gli ordini professionali, le associazioni rappresentative degli enti locali e le parti sociali.
Il quadro è ampio e la riforma punta soprattutto sui Pug e sullo snellimento delle procedure burocratiche. La proposta di legge introduce, infatti, una serie di novità per risolvere le problematiche annose di questi ultimi anni. Dalla nuova formazione del Piano urbanistico generale, che coniuga strategia ed operatività, alla conseguente sburocratizzazione della procedura di adozione e approvazione degli strumenti urbanistici.
Nel dettaglio, il ddl stralcio 499, composto da 18 articoli ben dettagliati, mette a fuoco alcuni principi da mettere in pratica, come la rigenerazione urbana e riqualificazione dell’ambiente degradato, – attraverso la demolizione parziale o integrale di opere incongrue o di elementi di degrado nonché di manufatti ricadenti in aree a pericolosità idraulica e geologica con il ripristino del suolo- , il contenimento del consumo del suolo, il limite al ricorso a procedure espropriative, la gestione delle procedure per l’approvazione degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistici attraverso il Sistema informativo territoriale (SITR). Un ruolo importante è quello svolto dai Comuni che avranno l’obbligo di approvare (e non più di adottare) il Piano urbanistico generale: il Pug stabilisce le modalità di localizzazione nel territorio comunale delle attività produttive, con particolare riguardo non soltanto alle attività di tipo commerciale, ma anche turistico.
L’obiettivo è semplificare la procedura di formazione del Pug, escludendo che il documento preliminare adottato dal Consiglio comunale venga pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana, ritenendo che la pubblicità dello stesso sia sufficientemente garantita attraverso la pubblicazione sui siti web del Comune e dell’Assessorato regionale del territorio e dell’ambiente. In più vanno rispettati precisi “Standard urbanistici”: nell’ambito della formazione dei piani urbanistici generali, i comuni individuano aree destinate alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per soddisfare il loro fabbisogno energetico.
Inoltre, vengono modificati alcuni termini, sia per quanto riguarda la tempistica della consultazione, sia al fine di prevedere l’espressione del parere motivato da parte dell’autorità ambientale, a conclusione della fase di consultazione. In questo caso le modifiche sono motivate dalla necessità di coordinare e uniformare le disposizioni della legge regionale 2020 a quelle del decreto legislativo n. 152-2006 (cd. Codice dell’ambiente).
Con l’ampliamento di edifici esistenti ad auso diverso dall’abitazione, si tenta di garantire il mantenimento e la sostenibilità economica di molte imprese che operano nel territorio della Regione, le stesse che nel corso del tempo hanno localizzato le loro attività produttive in aree extra urbane, destinate a verde agricolo o a verde agricolo agevolato, e che hanno l’esigenza di ampliare le proprie produttività nell’ambito delle rispettive aree di pertinenza, anche per poter competere a livello nazionale e internazionale.
Il ddl tenta infine di porre rimedio ad una serie di incertezze interpretative sorte con l’entrata in vigore della legge del 2020. Un piccolo blocco di articoli successivi è, infatti, finalizzato a mettere un punto a questo problema. Le problematiche interpretative o applicative che, nel corso dei circa quattro anni di vigenza della normativa regionale, sono state riscontrate richiedono che il legislatore regionale intervenga, in particolare, a semplificare e chiarire talune procedure che attengono all’approvazione degli strumenti urbanistici generali, delle loro varianti e dei piani particolareggiati attuativi.
La riforma è attesa da tempo e non resta che aspettare e monitorare i prossimi passaggi a Palazzo dei Normanni.