Si, ti dico VaffanCovid: hai reso le nostre vite così difficili, così brutte e pesanti… Hai distrutto tutti i progetti che avevamo, hai tolto la nostra quotidianità e l’equilibrio personale che ci eravamo costruiti con così tanta difficoltà, e stai facendo in modo che in pochissimi, ormai, si salvino dalle tue grinfie. Giungi silenzioso e in pochi giorni ti appropri della vita della gente, entrando nei corpi di chi ti contrae e cercando di rendergli impossibile l’esistenza, appresso a quella maledetta ansia di saturazione che scende e sale, febbre ballerina, medicinali da prendere, e quel senso di totale abbandono per via del delirio totale che si è creato attorno al Virus del Secolo, con gli ospedali in affanno, le USCA che hanno sempre maggiori difficoltà a seguire i malati, i tamponi che non si trovano, i molecolari da prenotare, i laboratori di analisi colmi peggio dei pollai. E vorresti anche che non ti dicessi VaffanCovid?
Avevamo poche certezze, e per colpa del Covid si sono sbriciolate tutte: non sappiamo chi sarà il prossimo, non sappiamo per quanto ancora dovremo scorrere i Social leggendo “positivo”, “tampone positivo”, “risultato positivo”, in una sorta di tremendo “sotto a chi tocca” che sembra insufflare ansia sopra altra ansia, mentre la mente ti distrugge con le sue terribili paranoie, e questo tempo passa appresso alla paura anche solo di andare a comprare un panino, anche solo di incontrare qualcuno che non sa di essere positivo, aumentando a dismisura quel senso di sfiducia verso il prossimo, come se ne avessimo avuto quantomai bisogno…
Momenti bui e brutti che si susseguono, quando ricevi una telefonata e qualcuno ti dice che il suo tampone è positivo, e ti sale la paura di aver incontrato quella persona, di esserle stato accanto, e se per disgrazia sei davvero stato vicino ad un positivo, tocca immediatamente metterti in quarantena, lontano da tutto e da tutti, ad osservare il mondo dallo schermo di un PC, dal vetro di una finestra, sentendo addosso tutto il peso di questi momenti così difficili da vivere, con le situazioni che ti tengono lontane dalle persone a cui vuoi bene, bombardato dai TG, dal Web, dalle Radio che sfornano dati, analisi, ipotesi, e senti sempre più addosso il brivido dell’ansia, il panico che si appropria delle tue viscere, che ti stringe nella sua morsa, mentre il cervello va completamente in tilt, il cuore galoppa veloce, e senti su di te tutte le più brutte sensazioni possibili, prima caldo, come una grande febbre, poi freddo, poi ogni muscolo in preda alla tensione fisica, e magari piangi anche di nascosto e non hai accanto la persona che vorresti, perché sta male anche lei.
Pretendi, forse, che io non ti dica VaffanCovid? Racconteremo ai nostri figli, ai nostri nipoti, di essere diventati dei sopravvissuti, di aver combattuto una guerra senza armi e granate, contro un nemico invisibile che si è replicato in ogni angolo del globo, e chissà che non saremo noi, anziani del futuro, a diventare “veterani 2.0”, come moderni soldati al fronte di una guerra invisibile.
Ma adesso, ti prego… VaffanCovid!