Gli incontri di questi ultimi giorni tra Coop Sicilia e sindacati hanno confermato la distanza tra le parti. Le aperture fatte dall’azienda non sono state giudicate sufficienti dai rappresentanti dei lavoratori. Un’intesa di massima, infatti, è stata trovata solo sulla flessibilità, sulla sospensione della pausa retribuita, sugli ammortizzatori sociali e sull’esodo incentivato, ma per le organizzazioni sindacali tutto questo non basta a scongiurare i licenziamenti e a garantire un pacchetto minimo di diritti considerati inderogabili. La trattativa continuerà il 4 e 5 settembre, proseguirà l’8 per concludersi entro giorno 11, termine ultimo previsto dalla procedura.
Gli esuberi riguardano prevalentemente le 273 persone occupate nei supermercati che Coop ha deciso di chiudere. In particolare si tratta dei lavoratori dei punti vendita di Casteldaccia, Palermo via dei Volontari, Zafferana Etnea e San Giovanni La Punta, mentre rimangono nel limbo quelli di Ragusa sui quali l’azienda non ha ancora sciolto la riserva. Altro personale in eccesso è stato individuato nei centri commerciali di Palermo, Forum e La Torre, che però non sono a rischio chiusura.
Nel frattempo il piano di ristrutturazione predisposto dall’azienda prevede l’apertura di 7 nuovi punti vendita nelle piazze di Palermo, Messina e Catania, dove una buona parte dei lavoratori potrebbero essere riassorbiti. Secondo alcune voci un gruppo siciliano della grande distribuzione sarebbe interessato a subentrare a Coop. Opzione che potrebbe favorire il buon esito della trattativa, ma al momento si tratta solo di indiscrezioni.
“Stiamo discutendo per scongiurare i licenziamenti, sapendo che è una vicenda complessa e che i lavoratori nel tempo hanno fatto molti sacrifici per tutelare il proprio posto di lavoro”, ha dichiarato Mimma Calabrò, segretario regionale della Fisascat Cisl. “Abbiamo messo dei paletti al di là dei quali non si può andare – ha aggiunto – ma continueremo la discussione. Ci siamo dati altri appuntamenti per vedere se troviamo un punto di equilibrio al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e tutela i diritti dei lavoratori. Qualsiasi ipotesi sarà discussa con i lavoratori”.
Per Salvo Tavolino della Filcams Cgil “la Coop continua a chiedere deroghe al contratto nazionale per raggiungere, a carico dei lavoratori, un risparmio di 2 milioni di euro”. Un abbattimento dei costi che si unirebbe al risparmio derivante dalla cassa integrazione e dalla flessibilità. Condizione che la Filcams ritiene inaccettabile. “Sono stati fatti passi importanti – ha spiegato – per consentire a Coop Sicilia, senza dovere attuare nessun licenziamento, di raggiungere gli obiettivi del piano industriale 2017-2019, necessari per l’ingresso dell’Azienda nella nazionale Coop Alleanza 3.0. Adesso è l’azienda a dovere fare un passo in avanti per accorciare le distanze. Non sono possibili altri sacrifici a carico dei lavoratori”.
Anche la Uiltucs sottolinea i sacrifici fatti negli anni dai dipendenti. “Noi non permetteremo che anche questa volta paghino i lavoratori e loro famiglie”, ha detto il segretario regionale Marianna Flauto. “Già tanti hanno pagato a caro prezzo – aggiunge – basta ricordare i lavoratori ex Coop 25 Aprile licenziati e gli altri che hanno dovuto pagare con la trasformazione a tempo parziale la garanzia del posto di lavoro”. La Uiltucs conclude affermando che “è sempre pronta a discutere in cerca di una soluzione, rifiutando però ogni intesa basata non solo sui licenziamenti ma anche sulla flessibilità. Perché questa, se usata fuori dalle regole, finisce per diventare un abuso e potrebbe trasformarsi in uno strumento pericoloso e arbitrario a tutto danno dei lavoratori quindi oggetto di discriminazione”.