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Almaviva Palermo: monito della Regione per scongiurare il peggio

sabato 7 Luglio 2018
Almaviva

La Regione Siciliana tenta di disinnescare la miccia brandita da Almaviva, relativa alla perdita della commessa Octo Telematics, che rischia di far saltare la trattativa sul call center di Palermo.

L’assessore alle attività produttive Mimmo Turano, ieri sera, ha messo in guardia tutti sul rispetto delle regole. “La normativa vigente in materia di cambio appalti nel settore call center è molto chiara e va applicata per i 47 lavoratori palermitani”. Nei giorni scorsi la società aveva messo in discussione non solo gli accordi raggiunti finora, ma addirittura il futuro stesso del sito siciliano.

La perdita del servizio clienti di Octo Telematics fa aumentare gli esuberi da 724 a 771, peggiorando ulteriormente la situazione visto che la Octo Telematics non ha ancora fornito alcuna informazione ad Almaviva in ordine alla società che si è aggiudicata l’appalto. Quest’ultima, infatti, secondo la normativa sui cambi d’appalto, dovrebbe rilevare la forza lavoro che già veniva impiegata precedentemente per il suo svolgimento. Pertanto già dal primo non arrivano più telefonate alle postazioni di questi lavoratori.

TURANOLa clausola sociale – continua Turano – è un’importantissima norma di civiltà del lavoro. È evidente che la Regione non potrà permettere che queste disposizioni di legge restino lettera morta in Sicilia, non solo per il danno occupazionale ma anche perché si creerebbe un grave e nocivo precedente”. La Regione è coinvolta nella vertenza non solo nella qualità di ente istituzionale interessato, ma anche di soggetto attivo per il finanziamento delle attività di riqualificazione professionale del personale che avrebbe dovuto essere formalizzato nei prossimi incontri.

A questo punto, al di là del rispetto della normativa sui cambi d’appalto chiesto dalla Regione e dai sindacati, molto dipende dalla reale volontà di Almaviva di trovare un’intesa che la convinca a rimanere in Sicilia. Come sottolineano le organizzazioni sindacali, non possono essere 47 esuberi in più a determinare il destino di un sito che oggi impiega 3.400 persone.

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