Sono stati pubblicati i bandi dalla Regione Siciliana per stanziare oltre due milioni di euro per le case rifugio e centri antiviolenza e per fornire assistenza, a tutto campo, alle donne e ai loro figli minori.
“Prosegue l’impegno del mio governo – evidenzia il presidente Nello Musumeci – accanto alle donne in difficoltà. Vogliamo garantire adeguata protezione alle vittime di violenza attraverso la loro presa in carico da parte dei centri specializzati e, laddove necessario, l’immediata ospitalità presso strutture di accoglienza a indirizzo segreto. Un progetto che punta anche a promuovere la cultura del rispetto della persona attraverso percorsi di prevenzione e d’informazione“.
“Si tratta – spiega l’assessore alle Politiche sociali Antonio Scavone – dell’attuazione delle linee di azione previste dal Piano regionale degli interventi per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere 2019-2020 recentemente apprezzato dal governo Musumeci“.
“Un programma dove particolare attenzione e’ stata rivolta al sostegno psicologico, educativo e legale da offrire alle donne vittime di violenza che spesso vivono la loro situazione di disagio in una condizione di assoluta solitudine“.
Previsti interventi per finanziare le spese di gestione sia per i centri antiviolenza che per le case rifugio a indirizzo segreto. Tra le misure anche il reinserimento lavorativo delle vittime attraverso il finanziamento di borse-lavoro e tirocini formativi, oltre all’apertura di quindici nuove strutture di accoglienza che verranno realizzate prioritariamente in quei distretti sanitari ancora privi e che si aggiungeranno alle trentasette già esistenti. Previsto, infine, il finanziamento del Fondo per l’assistenza gratuita alle vittime.
“Un budget che serve – prosegue Scavone – sia per garantire alle vittime il pagamento delle spese per l’assistenza/consulenza legale e per quelle sanitarie non riconosciute dal Ssn, sia per fornire loro il necessario e fondamentale supporto psicologico. Con il piano 2019-2020 contro la violenza di genere, avviamo una stretta collaborazione tra la Regione e tutti gli attori pubblici, e del privato sociale, coinvolti nella gestione del fenomeno. L’obiettivo che ci siamo posti – conclude l’assessore – e’ stato quello di garantire adeguata protezione alle vittime ma anche quello di promuovere la cultura al rispetto della persona, attraverso percorsi di prevenzione e di informazione“.