Cosa viene in mente pensando al 25 dicembre? Semplice, Natale. In realtà tra colori, luci, regali, cenoni e tombolate sono molti gli eventi che in questa data hanno segnato inevitabilmente l’andamento della storia fino ai nostri giorni e meriterebbero di essere ricordati: uno di questi è proprio avvenuto in Sicilia.
Non molti sanno, o comunque ricordano, che il 25 dicembre 1130 nasceva il Regno di Sicilia. L’evento ha una notevole portata storica tanto da poterlo definire come l’inizio di un lungo processo di formazione e consolidamento della cultura siciliana che ha forgiato irreversibilmente l’identità del nostro territorio.
La notte di Natale del 1130 Ruggero II, detto ‘il Normanno’, fu incoronato Re a Palermo, dando così avvio ad uno dei Regni più splendenti e importanti della storia, rimasto in piedi per secoli fino al 1860 tra innumerevoli ostilità, minacce e difficoltà quando sull’isola approdò Garibaldi a cui seguì l’annessione al Regno d’Italia.
Ciò che inevitabilmente incuriosisce è la scelta, certamente non casuale, di un giorno così speciale per la proclamazione di un sovrano. I reali motivi non ci sono pervenuti, non esistono infatti fonti o testimonianze che ci permettano di poter stabilire con certezza cosa accadde e cosa si cela dietro tale decisione ma le interpretazioni sicuramente non mancano. Provando ad avvalersi di una chiave di lettura profondamente religiosa e rispolverando i vecchi libri di storia, ricostruire il tutto potrebbe apparire più semplice e chiaro. Ruggero II non fu infatti né il primo né l’ultimo a compiere tale gesto: da Carlo Magno, riconosciuto primo Imperatore del Sacro Romano Impero direttamente da Papa Leone III, a Guglielmo I d’Inghilterra, conosciuto come ‘Il Conquistatore’, fino a Enrico VI di Hohenstaufen, che volle emulare e omaggiare proprio Ruggero II, suo antenato.
In anni come quelli del Medioevo, dove la religiosità, più nello specifico il cristianesimo, ricoprivano un ruolo centrale e di grande influenza per l’intera società, un gesto così eclatante, che chiaramente rimanda al divino, non poteva che far incorrere in grandi ‘responsabilità’. La nascita di Gesù simboleggia infatti la luce, la rinascita, l’inizio di una nuova era che cambiò le sorti dell’umanità. Attraverso un occhio più laico si può affermare con certezza che Ruggero II si fece carico di queste ‘responsabilità’: fu il primo a riunire una delle terre più floride, strategicamente ed economicamente più ambite e desiderate, anche da un punto di vista geopolitico. Sotto la sua corona non solo controllava un terzo della penisola italiana ma aveva anche una notevole influenza sul Mediterraneo, acque da sempre teatro di sanguinose battaglie e centro del mondo, allora conosciuto. Coraggio e sfrontatezza non dovevano certamente mancare al primo Re di Sicilia!
I palermitani hanno la fortuna di poter rivivere la scena nella chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, conosciuta come ‘la Martorana’, dove è possibile ammirare un mosaico che racconta l’incoronazione del sovrano. L’opera, pura espressione dell’arte normanno-bizantina, nella quale spiccano tutti gli elementi che la contraddistinguono, rappresenta Cristo che poggia una corona sulla testa di Ruggero II. Le due figure, che fluttuano in un maestoso sfondo dorato, sono le uniche raffigurate e questo, insieme alla ben visibile, anzi notevole, somiglianza dei due volti, simboleggia proprio il collegamento diretto che persiste tra i due illustri personaggi.