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PALERMO – Entra in punta di piedi sul palco del Teatro di Verdura Vinicio Capossela, protagonista del concerto che ha visto il debutto dello straordinario connubio con l’Orchestra del Teatro Massimo, diretta dal Maestro Stefano Nanni.
Quella al Verdura è stata la prima delle tre tappe siciliane che vedrà Capossela, sempre accompagnato dai 48 elementi orchestrali, al Teatro Antico di Taormina, sabato 14 luglio alle 21,30, e a Noto, sulla scalinata della Cattedrale, domenica 15 alle 21,30.
Unico nel suo modo di scrivere parole e note che creano labirinti esperienziali Capossela, con il contributo dell’Orchestra, ha la possibilità di far esplodere tutta la varietà timbrica e la complessità armonica che gli sono congeniali.
Armatore o naufrago, tra cambi di cappelli e brevi introduzioni ai pezzi eseguiti, comincia il viaggio metaforico e a tratti metafisico, che tra un’Orca e un Leviatano coinvolgono i 48 elementi, divenuti per l’occasione i 48 denti di una magnifica creatura: l’OrcÆstra, progetto immaginato da tempo, unica tappa in Italia all’interno di teatri suggestivi.
Il connubio con il Maestro Nanni, da molti anni suo stretto collaboratore e autore anche degli arrangiamenti musicali, inserito nella magica cornice del Teatro di Verdura, in una calda serata palermitana piena di stelle che stavano a guardare, sono stati gli elementi che hanno reso l’esibizione unica.
Capossela, senza invasioni “stonate“, ha lasciato spazio alla Musica, della formazione orchestrale e del pianoforte, ben consapevole di avere a disposizione “un soffio unico alle sue spalle” reso dai “denti particolarmente affilati” del violino, dalle “trombe spumeggianti” o dal sublime violoncello.
Tenendo fede ad una rara sensibilità, uno dopo l’altro il cantautore ha snocciolato brani tratti da “Mariani, Profeti e Balene” e dall’ultimo “Canzoni della Cupa” (Premio Tenco 2017 e Premio Lunezia Canzone d’Autore 2017) non lesinando, con voce bassa di chi nutre totale rispetto, dediche particolari ai “nuovi Ulisse” che attraversano il Mediterraneo, un mare che è “luogo della prova del destino“. Spazio anche per un riferimento ai pupi siciliani, a Jack La Motta e a Santa Rosalia alla quale, con una deroga, dedica “Con una rosa“.
Un’Odissea contemporanea e sempre sofisticata quella di Capossela, che con una ventina di brani scalda il pubblico del Verdura per il tripudio registrato con “L’uomo vivo“, omaggio alla “busacca” di Scicli e con un bis finale, una “Ovunque proteggi” con sola voce e pianoforte, che è una perla di delicatezza e di speranza in quel mare tempestoso attraversato durante tutta la serata.