Le sarde a beccafico sono un’altra bontà siciliana, ufficialmente riconosciuta e inserita nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf).
Il nome deriva dai beccafichi, volatili della famiglia dei Silvidi, che in passato i nobili siciliani consumavano, dopo averli cacciati, farciti delle loro stesse interiora. Il piatto era gustoso ma, in quanto bene di lusso, inavvicinabile al popolo che, con la sua genialità, lo trasformò con materie prime che poteva permettersi: sarde, mollica di pane, pinoli e poco altro. Ma andiamo subito alla ricetta.
Dosi per 4 persone
- 1 Kg di sarde diliscate
- 200 g di pangrattato
- 4 acciughe sott’olio
- 100 uva sultanina e pinoli
- 1 limone
- 1 cucchiaino di zucchero
- foglie di alloro
- olio per friggere
- sale q.b
PREPARAZIONE
Dopo aver fatto sciogliere le acciughe sott’olio in padella, aggiungete il pangrattato e abbrustolitelo a fiamma bassa.
Appena sarà dorato aggiungete poco olio, uva sultanina, pinoli, un pizzico di sale e mezzo limone grattugiato (per la farcia).
Dopo aver pulito le sarde, apritele a libro e riempite ognuna con la mollica condita.
Arrotolate ogni sarda su se stessa, sistematele in una teglia, unta di olio o rivestita di carta forno, alternandole con foglie di alloro.
Condite con succo di limone, una spolverata di zucchero e mettete in forno per 10 minuti. Servite fredde.
Les jeux son faits e buone sarde a beccafico a tutti.