Nuove perquisizioni nelle sedi di Palermo e Caltanissetta della Ksm. I carabinieri sono alla ricerca di altri documenti e di file che potrebbero essere contenuti nei pc nell’azienda di Rosario Basile, presidente del gruppo, indagato per minacce e falso. Basile finì sotto inchiesta a settembre. Ad accusarlo è stata proprio la madre del bimbo secondo cui l’uomo d’affari palermitano avrebbe organizzato un piano fatto di minacce, ritorsioni e violenza privata prima per evitare che il bimbo venisse al mondo e poi per non riconoscere il bimbo nato dalla loro relazione sentimentale.
La seconda accusa è quella di aver falsificato alcuni documenti depositati nel processo per il licenziamento della donna e di un suo collega. Intanto, il Gip ha rigettato l’istanza degli avvocati che avevano sollevato una questione di incompetenza funzionale del Tribunale di Palermo perché “il reato compiuto dagli indagati durante la causa di lavoro prevede o la correità del giudice o l’induzione in errore del giudice del lavoro sulla base della documentazione falsa”. “In ogni caso – secondo i legali – la competenza sarebbe di Caltanissetta, ma il giudice la pensa diversamente. Si aspetta invece la decisione del Riesame sulla nuova ordinanza di custodia cautelare per Rosario Basile”.
Il ricorso presentato dagli avvocati si riferisce alle nuove accuse contestate a Basile e in particolare alla falsificazione di alcuni tabulati telefonici presentati nel processo sul licenziamento dell’ex amante e di un altro dipendente. “Riteniamo – dicono – che l’ordinanza debba essere annullata per due buone ragioni: intanto perché immotivata, considerato che non ci sono prove del coinvolgimento di Basile in alcuna ipotesi di falso, come invece sostiene l’accusa”.
(LS)