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Parte la corsa dei CinqueStelle alla conquista di Palazzo d’Orleans, i grillini dettano l’agenda politica siciliana

domenica 9 Luglio 2017

Il battito cardiaco del Castello a mare è un unico grande boato che si percepisce quando sale sul palco Beppe Grillo. Spazi asimmetrici che aprono un ordine irregolare davanti al pubblico di militanti, curiosi e appassionati di politica.

«Questo movimento è nato perché una volta io mi sono iscritto al Pd- esordisce Grillo- Vado ad Arzachena dove mi trovavo per iscrivermi. Un perfetto masochismo consapevole. Mi dissero che eravamo ostili. Fassino uscì la prima profezia, il Pd non è un autobus si faccia il suo partito e vediamo quanti voti prende, mi disse»

Poi aggiunge:«È il reddito che inserisce e disinserisce nella società. Ci vuole visione. Le più grandi invenzioni degli ultimi 50 anni sono state fatte da persone curiose».

Il movimento che nasce da visionari, da mondi differenti si è affermato giorno dopo giorno:«Giravo di notte per casa come una prostituta senza marciapiede, poi ho pensato alla generazione a cui dobbiamo dare un mondo nuovo. Con Gianroberto ci siamo inventati questa idea».

Poi Grillo accelera: «Sicilia ultima chance. Non tornerò più a nuoto, la prossima volta verrò con una barca di 25 metrie vi mando a fare in culo. A Trapani gli unici incensurati eravamo noi e non ci avete votati».

Poi, è un attimo, e arriva la busta con l’indicazione dei 4350 votanti della base a 5 stelle.

Eccolo l’hic et nunc della politica ‘grillina’. Il tempo che si compie ora e adesso. A Palermo. Che non arretra e non indugia. Che non ha differito le scelte e ha provato a togliere il tempo agli avversari politici, anticipandoli. Mettendoli di fronte all’evidenza. La campagna elettorale è cominciata.

Qualcosa che è scritto già da un sacco di tempo, che è venuta nell’ordine naturale delle cose.

Una candidatura nata forse nel giorno della sconfitta 5 anni fa, quando era un Cancelleri  qualsiasi che aveva girato la Sicilia chiedendo di essere ascoltato mentre i partiti facevano il solito giro di prova in un Sicilia che annaspava.

Oggi  come ieri è ancora Cancelleri. Non un candidato che ci riprova, non una chance velleitaria. Il punto di arrivo di cinque anni di opposizione al governo regionale

«I cittadini sono diventati Stato», scorrono le immagini proiettate sullo schermo. Dalla trazzera di Caltavuturo, la strada dell’onestà a #bastaprivilegi.  Dai “polmoni urbani” ai soldi per le microimprese.

Cancelleri attacca:«Abbiamo ricomprato la casa a chi l’aveva persa. Sono fatti incontrovertibili. Spenderemo mezzo miliardo di euro in 5 anni per le imprese. Faremo borse di studio per i giovani nella pubblica amministrazione». Promette tagli sui vitalizi:«Voglio ringraziare i nostri sindaci che ci hanno insegnati in questi anni come si amministra. Ma anche i miei colleghi alla Regione, ma anche Beppe Grillo, Gianroberto e Davide Casaleggio».

Tutto  è stato coreografia nella serata del Castello a mare in funzione del lancio della candidatura di Cancelleri. Persino il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio che chiede ai siciliani: «di liberarci dal Medio Evo politico che va di casta in casta. Ci sono ancora 17 milioni di euro di vitalizi. Il governatore siciliano guadagna più del presidente degli Stati Uniti». Poi Di Maio diventa ancora più serio:«Da stasera inizia la fase 2 dal governo della Regione a quello della nazione. O cambiamo o emigriamo».

Chiede un applauso ai magistrati che hanno avuto il coraggio di monitorare la situazione tra scafisti e omg:«Basta business sui migranti. Un paese civile non vende armi a chi li bombarda».

Attraversa lo spazio che solitamente lo tiene dietro le quinte Davide Casaleggio:«La grande partecipazione di tutti noi nei nuovi modi di fare politica, ha consentito di riprendere spazi che non avevamo».

 

 

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