Meno di un mese alla chiusura della stagione estiva. Il turismo in Sicilia, ha visto un incremento e ha registrato, per quanto riguarda le destinazione balneari, un trend alquanto positivo.
E’ ciò che emerge dall’analisi fatta dal presidente di Palermo e vice presidente vicario Sicilia di Federalberghi Nicola Farruggio relativa ai soggiorni sul territorio . “La stagione estiva ha decretato che la Sicilia, e soprattutto le sue destinazioni balneari, sono state certamente più degli anni scorsi, le mete preferite sia dagli italiani che dagli stranieri. – puntualizza Farruggio – Il dato che si è concretizzato ha definito un altro aspetto, ovvero che la nostra isola è stata percepita dai vacanzieri, perché di questo possiamo parlare, come destinazione sicura, affermandosi finalmente anche con un immagine nuova”
“Occorre – continua – guardare però anche i numeri e puntare ad attrarre ulteriori flussi nella sempre maggiore consapevolezza che il turismo è bene sociale per ogni comunità, e come tale deve essere tutelato, un patrimonio di cui la Sicilia tutta non può farne a meno.
I circa 16 milioni di presenze sono un numero ancora irrisorio rispetto al potenziale dell’isola e sopratutto rispetto a ciò che fanno altre destinazioni concorrenti”.
“Un invito pertanto obbligato – prosegue – è quello che deve essere fatto a tutti gli apparati politici, affinché possano intraprendere su questa base, a vari livelli, nessuno escluso, una nuova stagione di collaborazione e dialogo con gli operatori, imparando ad ascoltare, con la giusta dose di umiltà, coloro che il turismo lo vivono quotidianamente. Un atto significativo e di riconoscimento verso tutti quegli operatori che rischiando in prima persona, contribuiscono prioritariamente a promuovere e valorizzare il territorio, adoperandosi affinché i turisti possano godere sempre di un soggiorno migliore”
Non è mancato il riferimento sempre più imminente alle regionali. “Il pensiero – afferma – non può che andare verso un campagna elettorale regionale che al momento pare non fondata su programmi precisi ma viceversa sui nomi.
Non è un fatto di buon auspicio e che rischia di far pensare che al netto del nuovo governatore poco o nulla potrà rischiare di cambiare”.
“Se il turismo – conclude Nicola Farruggio – non sarà realmente al centro dei programmi del prossimo governo la nostra competitività con le altre destinazioni del mediterraneo continuerà ad essere immodificata e con essa il sistema imprenditoriale che malgrado il trend positivo continua a vivere in una sofferenza paradossale, fatto che sembra in Sicilia, costituzionalizzato”