È destinato a diventare la vera sorpresa di questa campagna elettorale. Claudio Fava, accreditato dai sondaggi, l’ultimo quello dell’Istituto Demopolis, pubblicato da La Sicilia, di un 9% nella corsa dei candidati alla presidenza della Regione del prossimo 5 novembre.
Continua a macinare strada. Oggi, incontrando i giornalisti in conferenza stampa non ha fatto mancare l’interesse per alcuni temi specifici: “Non vorrei che in un momento in cui si parla di impresentabili di vario tipo si perdesse di vista quello che sta succedendo, e cioè la presenza nelle liste di personaggi che rivendicano, pur non avendo commesso reati, l’appartenenza a famiglie mafiose. Bisogna capire da che parte stare se da quella dei Santapaola e degli Ercolano oppure dall’altra parte. Se sei candidato alla presidenza della Regione non puoi alzare le mani al cielo a sperare che non vengano candidati”.
Fava ha quindi proseguito, affondando altri colpi: “Credo non sia sufficiente – ha aggiunto – un appello al senso di responsabilità per la formazione delle liste. Se mi avessero chiesto la candidatura di uno come Pellegrino avrei preso il cappello e me ne sarei andato”.
Ma non finisce qui: “Mentre tutti stanno cercando di capire quanto è forte la nostra lista, vedo che il presidente Crocetta è costretto a rinunciare alla sua. E sento degli strali che si mandano nella coalizione di Micari. Forse questa coalizione non è né una coalizione, né di centro sinistra. Non so quanto condividano Orlando e Crocetta. ‘Fiasco gentile’, mi suggeriscono, più che ‘Rivoluzione gentile’.
Tocca di fioretto il suo competitor a sinistra Fava, consapevole del fatto che, a risultati acquisiti, il suo gruppo potrebbe giocare una partita importante nella ricostruzione e nel riposizionamento del centrosinistra siciliano: “C’è un’oggettiva difficoltà che Crocetta incontra nel giudizio dell’opinione pubblica e che incontra questa coalizione che non definirei di centro sinistra – ha aggiunto – Centrosinistra è un’espressione politica che dovrebbe avere una sua coerenza ma se in questo perimetro hai personaggi politici che fino a ieri si sono fatti la guerra, Crocetta e Orlando, e se hai il Pd e gli uomini di Alfano, hai un’alleanza elettorale dove molti stanno insieme per una necessità otturandosi il naso e dove alla fine alcune liste non riescono ad essere presentate proprio per una debolezza strutturale”.