Sulla polemica relativa agli impresentabili, il neopresidente della Regione Nello Musumeci non fa sconti a nessuno, neanche agli elettori che li hanno votati. “Se i siciliani si sentono delusi della politica hanno ragione, ma io mi sento deluso dagli elettori siciliani perché il ceto politico non è altro che lo specchio di una società”. Lo ha detto nel corso dell’intervista pubblica di Panorama a Ragusa.
Il tema che aveva dominato la campagna elettorale si è riacceso già all’indomani delle elezioni con l’arresto del deputato dell’Udc Cateno De Luca e le altre tre inchieste che, a distanza di due settimane dalla chiusura degli scrutini, hanno investito altri tre deputati: l’esponente di Sicilia Futura Edy Tamajo e i parlamentari di Forza Italia Riccardo Savona e Luigi Genovese. A queste si aggiungono quella che ha portato all’arresto del primo dei non eletti del M5S ad Agrigento. Fabrizio La Gaipa. e quella che riguarda l’ente di formazione Isfordd, fino a qualche mese fa guidato da Tony Rizzotto, primo deputato leghista all’Ars .
Le parole di Musumeci suonano come una sorta di “mal comune mezzo gaudio” che alleggerirebbe le colpe dei partiti che li hanno candidati. “Ognuno in cabina elettorale – ha detto Musumeci – scrive un nome e un voto, senza alcuna pistola puntata alla tempia. Se voti per i mascalzoni, te li ritrovi eletti; se voti per le persone perbene è chiaro che ti trovi un ceto politico di persone perbene. Noi politici siamo il risultato, voi elettori siete la causa, non perdiamo di vista questo dato. Voi comandate la domenica, noi siamo sul giornale il lunedì”.
Il fenomeno degli impresentabili non è una novità. “In Sicilia – ha osservato il Governatore – gli impresentabili ci sono da 70 anni, e nessuno si è mai scandalizzato. Ricordiamoci che il mascalzone politico in Sicilia veniva chiamato ‘u spertu’, il politico onesto che non faceva favori veniva chiamato ‘cristiano bono ma nun cunta’. E quando dicevo di qualcuno che era un tangentista mi dicevano ‘è uno che mangia e fa mangiare’. Questa è la complicità di una parte del popolo siciliano nella degenerazione morale che ci siamo tenuti per 70 anni”.
Una degenerazione che anche stavolta non ha trovato argini, nè dalla parte della politica nè da quella dei cittadini.