“Questa iniziativa ci ha consentito di parlare ai siciliani. Noi abbiamo bisogno di comunicare quanto fatto”.
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, concludendo la kermesse “Il governo della Regione – Tre anni di lavoro per la Sicilia”, che si è svolta presso la chiesa di Santa Maria dello Spasimo, a Palermo, per fare un bilancio sugli interventi posti in essere dal 2018 dall’intero esecutivo regionale per rilanciare la terra di Sicilia.
“In questi tre anni non siamo stati soltanto il governo del centrodestra, ma siamo stati il governo non per il il centrodestra, ma il governo per tutti i siciliani, a prescindere dall’appartenenza politica”, ha aggiunto il governatore.
“Arrivato a Palazzo d’Orleans ho trovato una regione devastata, abbiamo trovato cinque anni di macerie”, e sui ritardi nell’applicare le riforme per migliorare la macchina amministrativa regionale, Musumeci ha detto: “Le leggi di riforma sono di iniziativa governativa e di iniziativa parlamentare, ma sia nell’uno che nell’altro caso, devono essere votate dal Parlamento. La competenza di fare le leggi è dell’assemblea non è la nostra. Noi come governo possiamo fare proposte di legge”
“Io ho mantenuto fede agli impegni – ha aggiunto il presidente Musumeci – grazie a questa squadra di governo di persone per bene che lavorano. Anche se sono ipercritico. Ci sono riforme presentate , ma ferme in Parlamento. Non è un’accusa all’assemblea o al presidente che si attiva sempre. Su alcuni disegni di legge di riforma c’è la volontà di trovare un’intesa”.
“In un momento così drammatico – ha sottolineato – un direttore generale deve lavorare anche di notte, sapendo che non possiamo
fare concorsi per fare assunzioni. Abbiamo il dovere di fare il possibile l’impossibile. La Regione è la più grande industria
dell’isola e dobbiamo sostenere la drammatica situazione nell’Isola”.
“Io non conoscevo la realtà del governo regionale, ero stato cinque anni all’opposizione. Quando mi hanno detto che sarei stato candidato mi sono dimesso subito da presidente della commissione Antimafia regionale. A Palazzo d’Orleans ho trovato una regione devastata. Ho dovuto scalare le rocce con i miei assessori”, parlando sulla decisione di ricandidarsi.
“Abbiamo trovato cinque anni di macerie – ha aggiunto – un anno e mezzo di blocco per il Covid inseguendo la pandemia. Abbiamo
seminato tantissimo in questi tre anni e mezzo e lo faremo ancora. Ma abbiamo ancora il diritto di raccogliere. Lo dice la
legge del contadino: chi semina raccoglie. Non siamo così generosi di avere sputato sangue tanti anni e di fare raccogliere i frutti al primo che arriva in doppio petto”.coalizione
“Per me il centrodestra è una famiglia, è un onore farne parte. Mi ha consentito di essere qui. Ringrazio i partiti della coalizione – ha aggiunto -. La coalizione c’è. La Sicilia ha trovato il centrodestra, questo è il vero miracolo. E qualcuno vuole dividerci per farci tornare indietro.
“Il centrodestra è un valore, non lo spacco. Silvio Berlusconi mi ha telefonato due settimane fa per chiedermi come va in Sicilia, con Giorgia Meloni veniamo dalla stessa ‘casa madre’ e con Matteo Salvini mi sono visto fino all’altro giorno per parlare di Pnrr e fondi per le regioni, Lorenzo Cesa è un ‘pezzo di pane’, con diventerà bellissima abbiamo un bellissimo rapporto. Per me il centrodestra è un valore, una famiglia. E mi ha consentito di rappresentare la Sicilia. Qualcuno vorrebbe farci divedere per tornare indietro, non ci riusciranno. Ho commesso anche io qualche errore, ma non c’è alcuna guerra”. Lo ha detto Musumeci, parlando della coalizione che lo sostiene.
“E’ chiaro che all’interno di una coalizione – ha aggiunto – ci sono punti di vista diversi, ma non sono finalizzati a fare cambiare il presidente. La mia candidatura non è un tema, noi, io e la mia squadra, abbiamo seminato e dobbiamo raccogliere. Se mi spiegano perché io non posso essere candidato e mi convincono che non sono il candidato non spaccherò il centrodestra. Se la coalizione rischierebbe di saltare per me, farei subito un passo indietro”.
“E’ chiaro che non voglio rompere il centrodestra, ma se il centrodestra dovesse dire con chiarezza che non posso essere io il candidato è chiaro che non sarei sordo e cieco. Farei tre passi indietro. ma qualcuno mi deve spiegare perché”.
E sulla mafia, il presidente della Regione Nello Musumeci ha risposto così “Se la mafia non ci ha neppure sfiorato in tre anni e mezzo alla Regione è anche perché c’è un presidente rigido, molto rigido”.
Il pensiero del governatore è rivolto anche a tutti coloro che hanno perso la vita a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid 19 che attanaglia l’Italia da un anno e mezzo, rivolgendo un invito ai presenti ad alzarsi. “Voglio rivolgere il mio commosso pensiero ai 4.000 morti in Sicilia per il Covid, senza un fiore e senza una lacrima per accompagnarli al cimitero”.