“In queste settimane l’azienda ospedaliera universitaria Policlinico ” Paolo Giaccone” e l’ Arnas Civico di Palermo sono stati sotto il mirino di circa 3 malviventi, una coppia e un uomo di circa 30 anni, che in orari strategici muniti di coltello importunano medici, specializzandi, infermieri e studenti chiedendo denaro e tutto ciò che è in loro possesso. Purtroppo questi 3 malviventi hanno conquistato diverse vittorie perché numerosi sono stati gli episodi di rapina e furto e , di contro, numerose sono state le segnalazioni rivolte ai professori del corso di laurea e alle forze dell’ordine (il cui ruolo principale è la sicurezza del cittadino) la maggior parte senza successo…ci chiediamo: a che punto arriveremo? Dobbiamo farci giustizia da soli? Deve per forza scappare il morto prima di ricevere aiuto da parte di qualcuno?”
E’ il testo della lettera aperta con la quale, studenti, tirocinanti e specializzandi degli ospedali chiedono aiuto e protezione per potere svolgere il loro lavoro in sicurezza tra i viali spesso isolati soprattutto nelle ore serali e notturni dei due ospedali.
“Chiediamo e invochiamo al magnifico Rettore dell’Università di Palermo, al presidente della scuola di Medicina e Chirurgia e alle forze dell’ordine maggiore sicurezza, all’interno delle strutture ospedaliere sopracitate, sia nelle ore diurne e soprattutto nelle ore notturne, un sistema di vigilanza continuo che duri nel tempo – aggiungono – È importante ribadire e sottolineare che oltre ad episodi di estorsione, si sono verificati specialmente episodi di furto d’automobili all’interno dei parcheggi delle strutture ed è impensabile che un dipendente e uno studente debba andare a lavoro o svolgere il proprio tirocinio formativo con l’amara consapevolezza di poter essere la prossima vittima, di essere derubato dei propri piccoli risparmi e della propria auto. Il tirocinio è un momento molto fondamentale per uno studente, soprattutto per noi studenti iscritti in facoltà medico sanitarie sia perché permette di vivere direttamente la vita dentro un ospedale, sia perché ci permette di mettere in atto quelle competenze tecniche e teoriche che si sono apprese durante le lezioni”.