Sanità ed emergenza rifiuti in Sicilia sono stati i temi caldi affrontati ieri dai deputati dell’Assemblea regionale siciliana, durante la discussione generale del DEFR 2023-2025, approvato dalla Commissione Bilancio, presieduta da Dario Daidone.
Potenziare la prevenzione e la medicina territoriale, è la questione sollevata in aula da Carlo Gilistro del M5S, che lavora a Siracusa come pediatra. Inoltre, il deputato grillino, dedicandosi molto anche al sociale, ha messo in evidenza le problematiche dei giovani descrivendo una “situazione drammatica”, a causa di disturbi psicosomatici che a volte spingono i ragazzi a tentare il suicidio. Ma torniamo al primo tema. Rivoluzionare il mondo della sanità è l’idea di Gilistro, “in maniera territorio centrica e non ospedale centrica. Investendo sul territorio e in prevenzione, si risparmia in terapia. La medicina territoriale va de-burocratizzata, perché in questo momento il medico di famiglia si trova invischiato in una serie di progetti e di prodotti burocratizzati che gli impediscono di fare il medico, il clinico -spiega Gilistro – Non ci sono più medici che visitano perché non fanno altro che dedicarsi alla prescrizione di ricette”. Motivo per cui, secondo il pentastellato, i pronto soccorso e gli ospedali sono sovraffollati per l’eccessiva richiesta di visite che nulla hanno a che vedere con l’emergenza e i codici rossi. Il 90% di questi interventi sono di ambulatorio medico. “E poi troviamo persone costrette ad aspettare 10 ore per nulla”.
In commissione sanità è partita l’idea di investire sul bonus bebè, per incentivare la famiglia a generare prole, considerata la fase di denatalità. Ma occorrono fondi importanti per sostenere la natalità.
Agenda 2030 e sviluppo sostenibile: passiamo ai rifiuti. L’intenzione del governo è quella di realizzare due inceneritori in Sicilia: uno nella parte occidentale e l’altro in quella orientale dell’Isola. Ed entro il 2030 bisognerà ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti, attuando le attività di riciclo. La Commissione europea ha posto come obiettivo quello di riciclare il 70% dei rifiuti urbani e l’80% degli imballaggi. Entro il 2025 i rifiuti alimentari devono essere ridotti del 30%. Secondo l’ultima indagine Istat, a Catania- per esempio- la raccolta differenziata è calata passando dal 14,5% al 9,7%. A Palermo siamo sotto il 20%. E’ il dato fornito dalla grillina Jose Marano che ha lamentato una mancata pianificazione a medio e lungo termine. “La Sicilia si sta spopolando, e nel documento non ho letto alcuna misura per contrastare il fenomeno. La situazione economica è molto preoccupante, come dice la nota di aggiornamento al Defr”. E il reddito di cittadinanza? La misura porta un indotto di circa 2 miliardi di euro l’anno in Sicilia, ma è seriamente a rischio. “I poveri rimarranno poveri, i siciliani continueranno ad andare via, e poi si spendono 3,7 milioni per la mostra a Cannes”, ha aggiunto Marano.
Dura anche la critica del PD. Ha parlato Dario Safina. “La nostra Regione è dilaniata dalla crisi, il nostro territorio cresce meno nonostante gli aiuti arrivati per fronteggiare l’emergenza Covid, e che non riesce a superare le ataviche difficoltà in tema di sanità e in materia di spesa per gli investimenti. Molti di noi sono stati amministratori locali e vedevano nel Pnrr una grande occasione di sviluppo, soprattutto per rilanciare l’infrastrutturazione delle nostre città. A fronte del Piano nazionale di ripresa e resilienza non si sono fatti i conti con la crisi degli enti locali di incassare i tributi. La maggior parte dei comuni siciliani non possono chiudere il bilancio e sta finanziando la tari con le risorse di bilancio, perché molti siciliani non sapevano se pagare la Tari o il canone idrico, o se pagare la paste e il latte per i propri figli”. Il deputato dem ha parlato di paralisi degli enti locali perché “i comuni non stanno spendendo un centesimo del Pnrr e non hanno le risorse: sia per cofinanziare gli interventi che per farsi carico del caro materiali che non sono sufficienti e non si è in grado di appaltare lavori. Il governo non ha una visione”. Dunque, mancherebbe la capacità di spesa. Poi c’è l’inflazione che riduce il potere di acquisto e dei consumi, a causa del caro energia e dell’aumento delle materie prime.
L’assessore all’economia Marco Falcone ha rassicurato l’aula. Le previsioni per il 2023 parlano di decrescita, ma rispetto a questi dati il governo Schifani indica una piano di sostegno all’economia già in fase d’attuazione, stabilendo gli aiuti alle imprese e alle famiglie, già stanziati, la moratoria sui mutui Irfis e i sostegni agli enti locali su bollette e progettazioni. L’orientamento della giunta, che si tradurrà a breve anche nelle ulteriori misure offerte con la legge di stabilità, è di fronteggiare la prevista recessione con un’imponente immissione di denaro nel mercato siciliano, utilizzando al meglio le risorse di Po Fesr, Fsc e gli altri fondi strutturali. Per altro verso, comunque, si intende lavorare con rigore alla regolarizzazione dei documenti contabili della Regione, così come da indicazioni dalla Corte dei Conti. Archiviata questa fase sul Defr, il presidente della Regione Renato Schifani si concentrerà su bilancio e legge di stabilità.
Prima di passare al documento di economia e finanza regionale – strumento di programmazione economica- finanziaria della Regione di medio termine- una premessa è stata doverosa.
“A nome di tutta l’Aula, faccio un plauso alla magistratura, alle forze dell’ordine e a tutti gli uomini di Stato, che hanno permesso la cattura di Matteo Messina Denaro”, ha dichiarato il vicepresidente vicario dell’Ars Nuccio Di Paola, che ha presieduto i lavori, accompagnato da un applauso all’unisono a Sala d’Ercole. Senza dimenticare di omaggiare Biagio Conte, i cui funerali si sono svolti ieri mattina alla Cattedrale di Palermo, con una presenza molto partecipata da parte di tutte le istituzioni politiche ed ecclesiastiche, insieme all’intera comunità palermitana. Un minuto di silenzio per ricordare tutte le opere portate avanti in questi anni da Fratel Biagio a favore dei più poveri che vivono ai margini della società.