Con 13 voti a favore, 1 astenuto, 1 contrario e 4 gli assenti, il Consiglio della Camera di commercio di Messina nella seduta di ieri 3 novembre, su proposta del presidente Ivo Blandina, ha approvato l’introduzione delle indennità per gli organi camerali.
Una misura ex novo perché da tempo i ruoli di guida e gestione politica dell’Ente erano svolti a titolo gratuito. A renderlo noto è l’unico ad aver votato in modo contrario alle indennità, il segretario generale della Uil Messina Ivan Tripodi che anzi chiede la revoca del provvedimento.
LE INDENNITA’
“ In dettaglio- spiega Tripodi– è stato deliberato che il presidente Blandina percepirà un’indennità annuale pari a euro 40.000,00 che, quindi, avendo valore retroattivo dall’inizio del mandato, nel corso del quinquennio ammonterà ad un importo complessivo di 200.000,00 euro. Inoltre, al vicepresidente andranno 6.000 euro l’anno, ai componenti della giunta 4.000 euro annuali e ai consiglieri 1.500 euro l’anno. Ho espresso, con motivata e responsabile convinzione, il voto contrario a tutta quest’operazione poiché la ritengo profondamente sbagliata e inaccettabile. Non si tratta di banale o gratuita demagogia che, fra l’altro, troverebbe facile consenso e forte condivisione nell’opinione pubblica, ma è una serena e responsabile valutazione fondata su concrete questioni di merito, suffragate giuridicamente e frutto di un approfondito confronto con esimi giuristi”
BLANDINA: ATTO DOVUTO
Tripodi sostiene che vi sono ragioni di opportunità in un periodo di grave crisi che sta colpendo sia i lavoratori che le aziende iscritte alla Camera di Commercio di Messina e che dovrebbero spingere al ritiro della delibera, che pure, come spiega il presidente Blandina è un atto dovuto. Blandina ricorda che la Camera di Commercio di Messina è l’ultima in Italia ad avere adempiuto ad un obbligo di legge, fissando compensi minimi e comunque si tratta di provvedimenti già sottoposti ai controlli previsti dalle norme (revisori dei Conti e Regione).
IL NO DI TRIPODI
Anche sulla questione dell’atto Dovuto il sindacalista non è d’accordo ed esprime perplessità di tipo giuridico anche sull’applicazione del decreto del 13 marzo 2023 emesso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy su cui si basa la decisione assunta dalla Camera di commercio. Il titolo del decreto in questione dice, testualmente, che si tratta di emolumenti “nei limiti delle risorse disponibili”. L’art. 3 comma 6, recita, testualmente, che il provvedimento di determinazione della spesa per le indennità è “adottato nel rispetto del principio di equilibrio di bilancio”.
ENTE IN DISAVANZO
“Quindi- prosegue Tripodi– nel decreto è letteralmente “scolpito” che la corresponsione dell’indennità a favore del Presidente e degli altri organi della Camera di commercio di Messina è strettamente legata ed inscindibilmente connessa allo stato di salute finanziario dell’Ente. Orbene, la Camera di commercio di Messina, come ampiamente certificato dal bilancio consuntivo dell’anno 2022 approvato nei mesi scorsi, è, incontrovertibilmente, in disavanzo economico-finanziario. Ammonta, infatti a ben 88.000 euro il disavanzo dell’Ente camerale”.
Il segretario generale della Uil definisce il provvedimento una cieca forzatura finalizzata a deliberare il riconoscimento degli emolumenti, una decisione assolutamente irrazionale e che manifesta serissimi problemi di natura giuridica e contabile.
“Auspichiamo che il buon senso prevalga e, onde evitare ulteriori complicazioni, che il presidente Blandina decida, in autotutela, il ritiro della delibera che, nell’arco del mandato, gli assegna l’ indennità di 200.000 euro. Infine, per quanto ovvio, faccio presente che rinuncio sin d’ora ad ogni eventuale accredito di emolumenti previsti per il ruolo consiliare ricoperto”.