L’Assemblea regionale siciliana, presieduta da Gianfranco Miccichè, ha esaminato il disegno di legge 962/A sulle variazioni di bilancio, approvando con 33 voti a favore il mantenimento dell’art.1 del ddl, facendo cadere tutti gli emendamenti soppressivi che avrebbero affossato il testo.
Variazioni che, come detto dal governo Musumeci durante la seduta parlamentare, sono collegate alla legge di stabilità regionale. Atti che “servono al governo centrale per evitare di impugnare alcune norme: si tratta di variazioni pronte dal 21 luglio. Fatto questo, poi ci confronteremo in quest’aula sulle variazioni di fine anno”.
Il Parlamento siciliano ha deliberato dopo un lungo dibattito d’aula, con diversi esponenti di maggioranza e opposizione preoccupati per il taglio di 10,7 milioni di euro ai Comuni .Dunque, era necessaria l’approvazione di questo disegno di legge per sbloccare ulteriori passaggi che dovrebbero consentire l’arrivo di risorse reimpiegate per porre rimedio alla crisi economico-finanziaria di molti comuni siciliani, infatti i sindaci dell’Isola hanno manifestato a Roma per chiedere al governo nazionale fondi e misure a favore delle amministrazioni locali. Se così non sarà, centinaia di primi cittadini già sono sul piede di guerra e minacciano le dimissioni di massa se lo Stato non interviene. Il governo Musumeci si era impegnato con lo Stato ad abrogare norme e voci di spesa della finanziaria che altrimenti sarebbero stati impugnati dal CDM.
Nonostante le rassicurazioni in aula del governo regionale, che ha sottolineato la natura tecnica della norma (“Il taglio sarà recuperato con le variazioni di fine anno) senza la cui approvazione sarebbe saltato il negoziato con Roma su alcune partite e nonostante avesse garantito ai deputati che i fondi sarebbero stati recuperati dai 66 milioni concessi alla Sicilia dal decreto fiscale appena approvato a Roma, in aula molti deputati di entrambi gli schieramenti hanno insistito nell’avere garanzie precise dal governo Musumeci per non arrecare ulteriori danni ai Comuni. Alla fine, è passata la proposta fatta dal deputato , Antonello Cracolici: il dem ha chiesto al governo di recuperare i 10,7 mln tra le maglie dei tanti emendamenti aggiuntivi presentati al ddl; a quel punto è stato il presidente della commissione Bilancio, Riccardo Savona a sciogliere il nodo: “Ha ragione Cracolici, possiamo trovare i fondi recuperandoli da alcuni appostamenti previsti negli aggiuntivi”.
Il presidente Miccichè, quindi, ha messo al voto palese l’art.1 insistendo sull’immediata deliberazione, evitando così una sospensione dei lavori che avrebbe potuto far venir meno il numero legale in aula e dunque rinviare ancora una volta l’esame del ddl, fermo dal 21 luglio; Miccichè si è fatto garante dell’immediata votazione dell’emendamento che la commissione Bilancio sta scrivendo per neutralizzare il taglio ai Comuni contenuto nell’art.1. L’Aula dunque è stata sospesa per alcuni minuti. Al rientro dovrebbe essere approvato l’articolato e poi gli aggiuntivi, tra cui quello che evita il taglio agli enti locali.
“In aiuto dei Comuni siciliani – ha detto Tommaso Calderone, capogruppo di FI all’Ars, intervenuto in aula presentando un ordine del giorno, condiviso da tutti i gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione, con il quale “impegno il governo siciliano a intervenire, senza indugio, sul governo nazionale al fine di emanare immediati provvedimenti di sostegno economico e finanziario ai comuni. Non bisogna lasciare nulla al caso. Sempre vicino a tutti i Sindaci che ogni giorno si trovano ad affrontare migliaia di problemi di ogni genere”.
“Su questo ddl, come Lega ci siamo posti l’obiettivo di dare risposte ai comuni, tant’è che abbiamo posto una pregiudiziale che riguarda gli Asu e ci siamo messi nella condizione di non votare nel caso in cui la categoria fosse rimasta scoperta, e anche per gli enti locali, desideriamo che da qui al 30 novembre vengano date delle risposte. Quindi siamo lieti che il governo abbia dato delle garanzie e noi come Lega saremo vigili in queste settimane perché queste garanzie vengano mantenute”, ha detto Antonio Catalfamo, capogruppo di Lega Sicilia a Sala d’Ercole.
In ballo della discussione ci sono sempre i 10 milioni per gli anni 2022-2023, previsti nella finanziaria per la stabilizzazione dei precari ASU, che prestano attività presso i tanti uffici degli enti locali della Regione Siciliana. Tuttavia, è già saltata in commissione bilancio la copertura finanziaria, è questo il tema più discusso in questi giorni all’Ars, ma su cui ancora grava la scure di Roma, con l’impugnativa dell’art. 36 da parte del CDM. Inoltre, non sarà possibile aumentare il monte ore per gli Asu e sono venuti meno i 3 milioni di euro che servivano a garantire i pagamenti ordinari. I deputati del Carroccio avevano già chiesto tramite la pregiudiziale che non fossero distratte le somme previste, i 5 milioni di euro per l’aumento del monte ore per i lavoratori in questione. A queste condizioni i leghisti avevano precisato di non potere votare la legge sulle variazioni di bilancio.
Approvato questa mattina il ddl sul servizio idrico, portandolo da 26 a 5 articoli con l’obiettivo di evitare problemi e di portare a termine quelle modifiche che sono essenziali anche nell’ottica del Pnrr. Ne ha dato notizia la presidente della Commissione Ambiente dell’Ars, Giusy Savarino, intervenendo in aula.