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Il report

“Pagine chiuse” in Sicilia: quasi il 70% dei minori non ha mai aperto un libro

lunedì 11 Dicembre 2023
Report "Atlante dell'infanzia (a rischio) in Italia 2023"

L’Atlante dell’infanzia (a rischio) in Italia 2023 di Save the Children, focalizzato sulla protezione dei minori online, pone una riflessione approfondita in Sicilia sull’impatto della tecnologia nell’ambito della lettura e il quadro generale su musei, biblioteche, cinema e spettacolo.

I dati sono preoccupanti e significativi. Emerge la situazione siciliana in particolare con il 69,5% dei minori che non ha letto alcun libro.

A seguito della pandemia, la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia ha emesso un nuovo commento generale , delineando l’importanza di implementare i diritti dei minori nella dimensione digitale. Il documento sottolinea la crescente centralità dell’ambiente digitale nella vita dei giovani, offrendo opportunità e simultaneamente esponendoli a nuovi rischi. La necessità di adattare gli ambienti digitali per garantire la sicurezza dei bambini emerge come un dovere inderogabile.

 

Il secondo punto di riflessione riguarda le disuguaglianze nell’accesso alla dimensione digitale, sottolineando che la “povertà educativa digitale” può diventare una barriera significativa per la cittadinanza piena e lo sviluppo professionale dei giovani. Il testo promuove l’utilizzo degli ingenti investimenti pubblici, come quelli del PNRR, per colmare tali divari, ma sottolinea la necessità di un indirizzamento mirato delle risorse per garantire benefici effettivi nei territori svantaggiati.

Una terza certezza emergente è la necessità di coinvolgimento e responsabilizzazione del mondo degli adulti, a partire dai genitori. La sfida educativa coinvolge l’intera comunità educante, esortando i genitori a essere consapevoli del loro ruolo nel guidare i giovani in un ambiente digitale complesso.

Lettura tra “tradizione e innovazione”: i dati preoccupanti della Sicilia

L’abitudine alla lettura in Italia è al centro di riflessioni e dati sorprendenti, con uno sguardo particolare alla situazione in Sicilia. Nonostante la tradizione di un certo ritardo nella propensione alla lettura nel paese, i bambini e i ragazzi sembrano resistere alla marcia degli schermi digitali.

Secondo l’Istat, nell’indagine “Aspetti della vita quotidiana”, la fascia di età compresa tra gli 11 e i 14 anni si distingue con una percentuale elevata di lettori (57,1%), e le ragazze adolescenti sono il traino di questa tendenza, con oltre il 60% che ha letto almeno un libro nel 2022.

Tuttavia, l’analisi evidenzia criticità e differenze significative, con un dato allarmante: quasi il 50% dei minori in Italia non legge alcun libro.

La situazione in Sicilia risulta particolarmente critica, con il 69,5% dei minori che non ha letto alcun libro, seguita da Calabria (64,5%) e Basilicata (60,2%).

Allargando lo sguardo alla distinzione di genere, emerge un cambiamento significativo con l’età. Se fino ai 10 anni maschi e femmine mantengono una percentuale simile di “lettori forti”, tra i 14 anni solo il 5% dei ragazzi rientra in questa categoria, mentre le ragazze consolidano il loro amore per la lettura, con l’11,7% delle 14enni che sono considerate “lettrici forti”.

Irene Biemmi

Le motivazioni di questo cambiamento potrebbero risiedere nell’influenza di meccanismi scolastici ed extrascolastici che spingono i ragazzi a specializzarsi in determinate aree, l’impatto dei cosiddetti solchi formativi e dell‘effetto “Pigmalione” secondo quanto evidenziato dalla pedagogista e accademica Irene Biemmi.

Maschi e femmine sono sospinti da una molteplicità di meccanismi scolastici ed extrascolastici, talvolta invisibili, a “specializzarsi” nella lettura e scrittura (le femmine) e nella matematica (i maschi)

Anche i “lettori medi” mantengono un certo distacco di genere (16,3% maschi contro 24,1 % femmine) mentre non fa grande differenza la distinzione di sesso per chi è “lettore debole” cioè per chi legge non più di tre libri in un anno (23,5% maschi, 25,5% femmine).

Le distinzioni regionali giocano un ruolo rilevante, e qui il Nord, insieme alla Toscana, si contrappone al Sud e alla Sicilia come punti di forza nell’universo dei lettori giovani. Fattori come le condizioni socioeconomiche delle famiglie, il livello di istruzione dei genitori e la presenza di interventi di promozione della lettura incidono significativamente su questo divario.

Zerocalcare
Zerocalcare

Tuttavia, nonostante le sfide, il mercato editoriale per ragazzi registra un aumento delle vendite, trainato principalmente dalle fasce di età più giovani. La ricerca dell’Associazione Italiana Editori segnala una crescita significativa per i libri destinati ai bambini fino ai 5 anni e un notevole incremento nella popolarità di fumetti, graphic novel (Zerocalcare tra i più apprezzati tra i giovani) e manga.

Beatrice Fini

La direttrice editoriale dell’area ragazzi e young adult del Gruppo Giunti, Beatrice Fini, sottolinea l’importanza di ascoltare le richieste degli adolescenti e di adattare gli stili e i linguaggi narrativi. Un cambiamento di prospettiva è necessario per coinvolgere anche i lettori deboli o non abituali.

Sollecita anche gli autori a porsi in ascolto delle richieste che provengono dagli adolescenti: “Non è facile trovare scrittori italiani che si mettono in gioco forse perché nella graphic novel, l’autore un po’ scompare. Ugualmente sono mutati i linguaggi. I ragazzi vogliono stili stringati, veloci, capitoli brevi. Noi editori dobbiamo abdicare al lettore ideale che ama i libri e legge molto, dobbiamo cercare di far crescere anche il settore dei lettori deboli o dei non lettori”, ci dice

Ma non di soli manga vivono gli adolescenti. I ragazzi amano anche una divulgazione che si fa narrazione perché, sottolinea Beatrice Fini, “se a un ragazzo interessa un aspetto della realtà, ad esempio la fisica, vuole andare in profondità. Dobbiamo sdoganare altre discipline e altre forme che non siano semplicemente il romanzo, proporre argomenti e forme narrative più simili al loro modo di fare più cose contemporaneamente”

L’uso della tecnologia emerge come un elemento di cambiamento, con l’audience degli audiolibri e degli ebook che registra un incremento, particolarmente tra i 15 e i 17 anni.

Tuttavia, il passaggio verso il digitale sembra essere stato influenzato dall’isolamento dovuto alla pandemia, che ha portato a un aumento degli acquisti di libri in formati non cartacei.

La tecnologia gioca un ruolo cruciale: la lettura “aumentata”

App come Wattpad e fenomeni come Booktalker su TikTok stanno ridefinendo il modo in cui i giovani si avvicinano alla lettura. Il presidente del Forum del Libro, Maurizio Caminito, sottolinea il cambiamento nell’atto di leggere, con la lettura “aumentata” che integra testi con risorse online.

Nel mercato attuale, influenzato da abitudini di lettura mutevoli, il fenomeno #BookTok su TikTok ha rivoluzionato l’editoria con oltre 120 miliardi di visualizzazioni globali.

La Treccani ha incluso il termine nel vocabolario. La community, composta da Booktalker teenager, ha impattato positivamente sull’industria libraria, sottolineando l’interconnessione tra mondo virtuale e lettura cartacea, con quasi 2 miliardi di visualizzazioni in Italia. Un esempio di come la tecnologia modifichi il panorama della lettura, trasformando il modo in cui i giovani accedono e condividono storie attraverso le piattaforme digitali.

Lo si è visto anche al Salone Internazionale del libro di Torino, quest’anno, con migliaia di adolescenti affollare gli stand di manga e fantasy o sostare in file interminabili per l’autografo del loro scrittore o, più spesso, scrittrice del cuore, con il genere “romance” a fare la parte del leone. Vestali di queste nuove passioni sono spesso ragazze (meno i ragazzi) poco più grandi di loro, se non coetanee, che su TikTok hanno cominciato quasi per gioco a parlare di libri e ora hanno centinaia di migliaia di follower. 

Manga

Poco spazio alla trama e molto alle emozioni che un libro suscita: in questo mix di sentimenti veicolati da TikTok torna, prepotente, la fisicità del libro, l’oggetto in sé che si ama per la sua copertina, che si riempie di post it di colori diversi per segnalare sentimenti, frasi, emozioni donati dalla lettura. 

“Le dirette sono il momento in cui si forma il rapporto e si crea la community. Se consiglio un libro che a qualcuno non piace, se ne discute”, dice Valentina Ghetti, insegnante di 23 anni che vive in un comune della Val Camonica (Brescia) di appena 2 mila anime. Si definisce una lettrice onnivora, approdata su TikTok nei mesi della pandemia per condividere alcune passioni e sfruttando la sua vena ironica e che conta oggi 261mila follower. 

Spesso in rete si creano gruppi di lettura, in altri casi la “rete­community” si dà appuntamento in spazi fisici, dai festival a luoghi pubblici come i cinema. L’adolescenza è tornata in libreria mentre librai ed editori, fiutando l’affare, hanno dedicato scaffali ai libri segnalati su TikTok o spinto la promozione dei propri autori sul social media dei teen.

L’effetto? Il sorgere di una sottile diffidenza verso “l’invasore adulto” e la ricerca di nuovi approdi tecnologici incontaminati per la loro tribù. Piccoli segnali di resistenza che non si sono ancora consolidati in una nuova tendenza.

Maurizio Caminito

L’ecosistema digitale complesso e in evoluzione influenza profondamente il comportamento dei giovani lettori. L’uso prevalente di dispositivi mobili spinge verso una lettura più dinamica e condivisibile. Il presidente del Forum del Libro, Maurizio Caminito, introduce il concetto di “screttura”, la fusione tra lettura e scrittura, visibile soprattutto in blog e forum online.

“Lo stesso atto del leggere è cambiato – ci dice Maurizio Caminito—c’è la lettura in movimento, la lettura scrittura in rapida successione, la lettura “aumentata” con il passaggio dalla pagina scritta al web e viceversa. Il primo fenomeno è legato alla diffusione dei dispositivi mobili. L’utilizzo di internet da dispositivi mobili e tablet ha superato quello da desktop in tutto il mondo per la prima volta nel 2016. Da allora leggere su smartphone e tablet è diventata la modalità prevalente della lettura digitale. Questo ha influito sulla natura e sul formato dei testi, vista la possibilità di leggere e condividere documenti, note vocali, mappe, video, ma anche sul comportamento dei lettori, sulla loro capacità di attenzione e reazione a stimoli di natura diversa”.

In conclusione, la lettura rimane un pilastro formativo, ma le dinamiche culturali e tecnologiche impongono una riflessione sull’approccio tradizionale. Il libro si reinventa per soddisfare i gusti mutevoli delle nuove generazioni, mentre il divario regionale in Italia, con la Sicilia al centro delle preoccupazioni, richiede azioni mirate per promuovere l’accesso alla lettura.

Biblioteche tra “Carta e Digitale”: il declino nelle abitudini di lettura

Nel contesto mutevole delle abitudini di lettura, le biblioteche si trovano ad affrontare nuove sfide tra il tradizionale e il digitale. La frequenza delle visite è diminuita drasticamente dal 2019 al 2022, passando dal 34,3% al 20,9% per bambini e ragazzi sotto i 17 anni. Questo declino è particolarmente evidente nelle ragazze, scese dal 38,2% al 21,7%.

La Sicilia, con solo 4 o 5 biblioteche ogni 10.000 minori, riflette la limitata presenza di questi luoghi nel Mezzogiorno.

La ridotta partecipazione alle biblioteche può anche essere influenzata dall’emergere delle community di lettori sui social media, che potrebbero sostituire il ruolo tradizionale delle biblioteche come vetrine editoriali. La frequenza femminile, in particolare tra le ragazze di 6-14 anni, è diminuita dal 44,1% al 24,8% dal 2019 al 2022.

moncada
Biblioteca Palazzo Branciforte Palermo

In media, in Italia, secondo l’indagine ISTAT sulle biblioteche pubbliche e private, operano 8,4 biblioteche ogni 10 mila residenti minorenni, con punte nelle piccole regioni montane (Valle d’Aosta e Bolzano) seguite dalla Sardegna (20 biblioteche ogni 10.000 bambini) e poi da Trento e Friuli (16 biblioteche ogni 10 mila minori).

Il divario è evidente tra Nord e Sud, con il Nordest che frequenta di più rispetto al Sud, e in Sicilia con solo 4-5 biblioteche per 10.000 minori.

Tuttavia, c’è un segnale positivo: il numero totale di biblioteche pubbliche è aumentato da 5712 nel 2019 a 6277 nel 2021, rappresentando importanti presidi, specialmente in piccoli centri.

Le biblioteche, per affrontare questa sfida, devono migliorare la loro offerta, specialmente per chi è escluso dalla cultura. La sociologa Chiara Saraceno sottolinea l’importanza che “le politiche sociali devono includere le politiche culturali. Le biblioteche solo luoghi utili ma non necessariamente prefissati nel loro uso. Accanto ai libri ci deve essere molto altro, in modo che gli adolescenti, i più difficili da intercettare, possano trovare spazi liberi da modellare per i propri usi”. 

Biblioteca Oodi diHelsinki

Gli esempi innovativi come la biblioteca “Oodi” in un centro commerciale ad Helsinki, con spazi per prove e registrazione musicale, mostrano come tali luoghi possano essere adattati alle esigenze degli adolescenti, un luogo che ha colleziona milioni di visite all’anno. Un edificio è composto da tre piani in tutto e realizzato in parte in legno. Progettata dallo studio ALA Architects, non è solo una biblioteca ma un vero e proprio luogo d’incontro e un centro di aggregazione culturale.

In un’era in cui il digitale domina, la sfida per le biblioteche è essere rilevanti e attrattive, offrendo esperienze che vanno oltre la lettura tradizionale e includendo tutti, specialmente i giovani esclusi dalla cultura.

 

 

La rivoluzione nei musei tra tecnologia e pandemia: Sicilia in ritardo

L’incrocio tra nuove tecnologie e consumi culturali sta ridefinendo il modo in cui viviamo e comprendiamo l’arte e i luoghi culturali. Opere d’arte digitali vendute tramite blockchain e programmi di intelligenza artificiale applicati all’arte sono solo alcuni esempi di come la tecnologia stia plasmando il nostro approccio all’arte.

Museo Digitale

L’offerta di musei, siti archeologici, monumentali, opere d’arte, teatri certo non mancano nel nostro Paese, ma la fruizione non è equamente ripartita

Le mappe per macroregioni della fruizione di musei e monumenti disegnate dall’ISTAT nell’indagine del 2022 indicano carenze più accentuate al Sud e nelle Isole – dove solo 1/5 dei minorenni in età scolare ha visitato una mostra o un museo nei 12 mesi precedenti e meno di 1/5 ha fatto visita ad un monumento o sito archeologico, mentre al Centro Nord le percentuali si muovono tra il 35-­39% e 26-­31% rispettivamente. 

La pandemia ha fortemente limitato le visite ai musei e gli spettacoli, in particolare tra i giovani. Secondo i dati Istat, nel periodo 2021-22, il 50% dei ragazzi tra i 6 e i 17 anni non ha mai visitato un museo, mentre il 75% non ha mai visto un monumento.

Social Museum Palermo

Un impatto significativo che ha spinto i musei a una risposta innovativa, integrando sempre più l’esperienza digitale. Oltre il 70% dei musei ha implementato attività online nel 2020, aprendo nuove possibilità ma sollevando anche domande cruciali sul futuro.

Un esempio a Palermo è stata la prima struttura in Sicilia, inaugurata il 1 dicembrecon installazioni uniche dedicata agli amanti dell’arte, della fotografia, dei social e dei content creator che ilSicilia.it aveva raccontato.

Social Museum Palermo

Un luogo perfetto per creare contenuti che lasciano il segno, per dare un tocco creativo e magico ai canali social, per campagne di marketing, lanci di prodotti o semplicemente per vivere un’esperienza unica a Palermo.

Un progetto nato nel 2023 dall’idea di tre ragazzi palermitani Flavia Di Gaudio, Fabio Bustinto e Marco Di Gaudio. The Social Museum è l’unica struttura del genere del Sud Italia dopo Napoli.

 

Il Digital Library, istituito nel 2020 per coordinare la digitalizzazione del patrimonio culturale, si è dimostrato un elemento chiave per rendere accessibili le risorse culturali a chi ha difficoltà a visitare fisicamente i luoghi.

Museo di Paleontologia Gemmellaro Palermo

Nel panorama dei musei della scienza, l’uso delle nuove tecnologie è diventato cruciale per coinvolgere i giovani. Tuttavia, emerge che i consumi culturali dei ragazzi sono fortemente connessi alle uscite didattiche organizzate dalle scuole.

I viaggi didattici sono in ripresa nel 2023, con il 98% degli insegnanti che hanno organizzato uscite durante l’anno scolastico.

L’accesso alle attività culturali mostra disomogeneità nelle regioni, con il Sud e le Isole che evidenziano carenze più accentuate. Sempre secondo l’Istat sottolinea un aumento della disaffezione verso alcune attività culturali tra le nuove generazioni, sollevando interrogativi sulla natura mutevole dei consumi culturali giovanili.

 

Museo Officina dell’Educazione (MOdE) di Bologna

Iniziative come il Museo Officina dell’Educazione (MOdE) dell’Università di Bologna stanno cercando di coinvolgere i giovani attraverso esperienze digitali, permettendo loro di esporre i propri punti di vista e partecipare attivamente alla costruzione di spazi espositivi. La sfida è bilanciare l’esperienza digitale con quella fisica, poiché le esperienze condivise in luoghi culturali rimangono irrinunciabili per lo sviluppo creativo ed emotivo dei giovani.

In conclusione, la cultura sta attraversando un periodo di trasformazione, abbracciando le nuove tecnologie ma affrontando sfide uniche, soprattutto in regioni come la Sicilia, dove la presenza culturale deve ancora raggiungere pienamente i giovani.

Il cinema risorge dopo la pandemia: un trend in crescita guidato dalla Generazione Z

Il cinema ha visto, nella rilevazione Istat relativa al 2021-­22, un crollo pronunciato di spettatori giovanissimi: se nella media 2018­-2019 circa 1 bambino o ragazzo su 5 non era mai andato al cinema, nel 2021­-22 erano 1 su 2.

Tuttavia dai dati più recenti sembra ci sia la possibilità di recuperare i livelli del pre-pandemia.

L’indagine “Gli italiani e il cinema”, realizzata da Swg per la Direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura, presentata a settembre 2023 durante la Mostra del cinema di Venezia, rileva che il consumo di contenuti audiovisivi è l’attività preferita in assoluto nel tempo libero per la Generazione Z. 

I giovani scelgono di guardare film, serie e contenuti più che svolgere attività all’aperto e organizzare incontri conviviali (pranzo, cene e aperitivi). Ma questa attività non la svolgono solo da streaming, nel chiuso della loro cameretta come si è portati a pensare. Lo conferma il fatto che a frequentare le sale cinematografiche sono soprattutto i giovanissimi e le famiglie con figli under 10. Uno dei freni principali all’andare a vedere i film nelle sale rimane il costo del biglietto, troppo elevato secondo gli intervistati.

 

Generazione Z al cinema

Il dato sulla presenza dei giovanissimi nelle sale viene confermato anche da un report mensile di profilazione del pubblico italiano per addetti ai lavori, “CinExpert Italia”, che ha lo scopo di descrivere nel dettaglio chi frequenta le sale, una ricerca che in Francia viene effettuata da anni.

Dal rapporto emerge che nel primo semestre 2023 il pubblico in sala tra i 3 e i 14 anni è aumentato del 41% rispetto al 2022, mentre quello tra i 15 e i 24 del 47%. La stessa tendenza si rileva tra i ragazzi oltre i 18 anni, come indica un’indagine svolta dall’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo e presentata anch’essa alla Mostra del Cinema di Venezia, da cui emerge che i giovani da un lato utilizzano uno strumento che dominano, quello del digitale, ma d’altro lato hanno voglia di momenti esperienziali come succede con la fruizione museale.

Streaming

Certo, la visione “casalinga” in streaming e sulle piattaforme social domina: oltre l’80% dei ragazzi fino a 18 anni guarda regolarmente video dal cellulare o da altri schermi e tra i 14­-17enni il 68% guarda film e serie in streaming a pagamento.

Ma una fruizione non esclude l’altra: l’offerta di prodotti audiovisivi non è mai stata così alta come in questo periodo, ma i mezzi con cui si accede al contenuto potrebbero non essere in competizione. “Possono vedere anche un film da soli, ma l’esperienza di andare al cinema con amici continua ad avere valore”, dice Alessandro Rosina, tra gli autori del rapporto dell’Istituto Toniolo. In questo senso c’è lo spazio affinché “i cinema possano migliorare la propria qualità tecnologica, ma anche offrire contenuti che vadano oltre il film, ad esempio organizzando incontri su quella specifica produzione cinematografica e sul contesto in cui si inserisce”.

 

Report integrale: https://s3.savethechildren.it/public/files/uploads/pubblicazioni/xiv-atlante-dellinfanzia-rischio-tempi-digitali.pdf

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