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Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, ha incontrato la stampa parlamentare a Palazzo dei Normanni, a Palermo, per gli auguri di Natale. Il coordinatore di Forza Italia in Sicilia ha fatto un rendiconto dell’operato posto in essere dal Parlamento regionale, ed è stata l’occasione per parlare di politica, di amministrative per il capoluogo siciliano e di elezioni regionali, della grande sfida elettorale del 2022.
“Una legislatura molto positiva per la mia crescita personale, nonostante abbia 70 anni continuiamo a tentare di crescere. Siete stati parte di questa crescita e c’è stato un rapporto tra di noi sempre basato su correttezza reciproca”, ha detto il presidente dell’Ars nel corso della conferenza stampa, rivolgendosi ai giornalisti. Miccichè ha sottolineato come questa cerimonia sia l’ultima da presidente dell’Ars, ed è stata l’occasione per parlare di politica, di amministrative per il capoluogo siciliano e di elezioni regionali, della grande sfida elettorale del 2022.
Parlando della scelta del nome papabile a ricoprire la carica di primo cittadino “Aspettiamo le elezioni del presidente della Repubblica che è una delle cose più importanti e che potrebbe cambiare tanti scenari. E dal giorno successivo ci mettiamo a lavorare per la nostra terra. E’ facile che si trovi prima un’intesa sul sindaco di Palermo. Dovremmo però cominciare a sbrigarci perché i tempi rischiano di diventare corti. L’errore che è stato compiuto a Roma e Milano dal centrodestra non si ripeterà perché i nomi fatti qui sono tutti noti. Possiamo permetterci qualche ritardo ma non più di tanto”
A proposito di elezioni comunali Miccichè ha dato notizia che è stata rinviata la riunione del centrodestra, che era in programma domani alla Camera, per discutere del candidato sindaco a Palermo, dove si voterà nella primavera prossima. “Non si fa per impegni di alcuni, a questo punto andremo all’anno nuovo – ha detto Miccichè – Io continuo a dire che la candidatura si sceglierà in Sicilia, però i partiti nazionali hanno bisogno di dire la loro e di sapere a che tipo di conclusioni stiamo arrivando. I nomi non li decidono Salvini e Meloni , i nomi sono quelli che circolano”, ha ribadito il coordinatore forzista.
“La candidatura di Gaetano Miccichè non esiste, da parte mia è un sogno. Mai nessuno gliel’ha chiesto formalmente e mai ha dato risposta formale quindi. Per me continua a essere un sogno, ogni tanto ne parliamo. Da parte sua nessuna disponibilità fino ad oggi anche perché nessuno glielo ha mai chiesto. E’ una cosa immaginaria. Aspettiamo l’elezione del presidente della Repubblica che potrebbe cambiare tanti scenari, fare gli auguri al nuovo presidente della Repubblica e dal giorno successivo ci mettiamo a lavorare per le cose della nostra terra”. Così ha commentato Miccichè circa le indiscrezioni di stampa sulla candidatura alla Regione del fratello Gaetano, manager di Intesa.
Il leader azzurro ha aggiunto “Dobbiamo vedere se sarà possibile candidare nuovamente Musumeci. Ma lui non ci facilita il compito, ogni giorno che passa è sempre più complicato. Musumeci farebbe bene a ricercare di ricomporre i rapporti in Sicilia piuttosto che andare a cercare una candidatura che viene da fuori. Provare a ricomporre una maggioranza in Sicilia che in questo momento non è tanto unita attorno al suo nome”.
Gianfranco Miccichè ha detto la sua rispetto alla scelta del candidato che traghetterà presto al Colle “Conosco Berlusconi da troppi anni per non essere certo che lui sarebbe una persona di equilibrio e di grande peso internazionale. E’ qualcosa che lui ha dentro il suo Dna la capacità nei rapporti, quella che un po’ manca a Musumeci, e sarebbe certamente una persona di equilibrio. Mi piacerebbe molto una soluzione di questo tipo”. Invece parlando dell’attuale presidente del Consiglio dei Ministri “Che Draghi rimanga a Palazzo Chigi è un auspicio mio e di 58 milioni di italiani su 60. L’importanza del capo del governo rispetto al capo dello Stato è abissale nella gestione di alcune cose come il Pnrr. Immaginare di togliere Draghi da quella posizione lo riterrei sciocco, se non delinquenziale”, ha aggiunto.
Sulla famosa cena a Firenze con il senatore Matteo Renzi e leader di IV “Ho chiesto a Renzi ‘lo voteresti Berlusconi al Quirinale?’ e lui mi ha risposto ‘perché no?'”. Così ha risposto Gianfranco Miccichè chiarendo che “Quella cena nulla c’entrava con le alleanze tra partiti. Io non ho il compito di decidere se stare o no in coalizione con Renzi; non sono andato lì a chiudere accordi di coalizione, ma per altri motivi: quello dei ragazzi di Sicilia Futura che avevano un accordo con Italia Viva, e che stavano spostando il loro interesse verso Forza Italia, dunque come fare una operazione politica del genere senza fare danno a Iv”.
Parlando dei documenti finanziari che dovrebbero essere discussi all’Ars “Se il governo non dovesse mandare nulla sarò costretto a convocare un vertice di maggioranza. Ma io aspetto che il governo me li mandi”. “La burocrazia regionale è la vera padrona: ora stanno facendo il nuovo contratto dei dirigenti, ho detto che non si devono dare premi a prescindere da quello che hanno fatto? Lo faranno? Non credo, sono troppo potenti”. Miccichè ha parlato anche di un problema che riguarda i decreti attuativi delle norme approvate dal Parlamento siciliano, a volte non in linea con la legge varata in aula. “Finché il presidente Regione non chiama i dirigenti e dice che nei decreti va scritto quello che c’è nella norma il problema rimane”, ha detto il presidente Miccichè.
“Il governo Musumeci non tratta minimamente nulla con l’Assemblea, che rappresenta l’insieme dei partiti che hanno eletto il presidente della Regione e che fanno opposizione. Se non comunichi al Parlamento, agli alleati e agli oppositori è un problema di democrazia, no di rapporti tra me e Musumeci”, trattando del tema sui rapporti istituzionali tra Parlamento e Governo.
“Al momento non è arrivata la proposta del governo per l’esercizio provvisorio. Da domani dovremmo cominciare a votare in aula le variazioni di bilancio, abbiamo ricevuto lettera del ministero dell’Economia sull’accordo chiuso con la Regione. Se il governo non manderà la richiesta di esercizio provvisorio sarò obbligato a convocare un vertice di maggioranza, ma aspetto”.
E ancora “C’è un problema della classe dirigente e amministrativa alla Regione che da un punto di vista anagrafico è troppo vecchia con età media che ha superato i 61 anni. Non do nessuna colpa a questi amministratori – ha sottolineato Miccichè – ma al fatto che non ci siano concorsi e ogni anno aumentano la data della pensione e non hanno mai fatto corsi di aggiornamento per passare da analogico a digitale… non possiamo prendercela con loro, ma con il sistema”.