“Sono ben gravi le criticità derivanti dalle modifiche introdotte nel procedimento di rinnovo delle concessioni del suolo pubblico da parte del Comune di Catania”. A scriverlo in una nota è il Cna Catania.
“La delibera del Consiglio comunale che ha subordinato il rinnovo di tutte le concessioni e le autorizzazioni concernenti attività produttive o commerciali alla regolarità del pagamento dei tributi locali (un risultato delle mere indicazioni del Decreto Crescita, serenamente ignorate da una moltitudine di enti locali in Italia) appare del tutto inopportuna, specialmente alla luce dello stato attuale in cui versano le imprese del settore. Stante il palese permanere della situazione epidemiologica che ha mutato il mondo come lo si conosceva fin nelle più piccole abitudini della quotidianità – prosegue -. Una nota ufficiale è già stata inviata al sindaco di Catania e a tutti i componenti del Consiglieri comunale. Nella comunicazione, sono stati ricordati i tanti mesi di chiusura obbligata e di forti limitazioni delle attività, con ovvia conseguente assenza di introiti, le distanze minime, le capienze massime di utenza consentite e, nelle ultime settimane, anche l’introduzione del green pass e del cosiddetto “super green pass”. L’assenza poi di turisti stranieri in conseguenza delle ulteriori misure restrittive adottate dal governo Draghi, il crollo degli eventi aziendali, l’abnorme aumento del costo di bollette e materie prime. Tra l’altro, la misura presa dall’amministrazione comunale etnea è antitetica rispetto a quella adottata appena pochi mesi prima con la quale, in considerazione dell’emergenza ancora in corso, si prevedeva la decurtazione del’85% del canone di suolo pubblico e del 60% della Tari”.
“La Cna di Catania ritiene a questo punto assolutamente necessario instaurare un rinnovato dialogo, serio e davvero costruttivo, tra amministrazione e parti sociali, al fine di rinvenire una soluzione duratura al problema. L’associazione degli artigiani delle piccole imprese etnee richiede altresì l’immediata proroga della vigenza delle concessioni in corso di almeno sei mesi, per evitare una situazione in cui vi sia l’impossibilità di fatto di richiedere la concessione del suolo pubblico in città – conclude -. La Cna ricorda da ultimo che il complesso delle attività di ristorazione nella sola Catania genera un’occupazione di quasi 10mila unità e il venir meno di un vitale strumento di lavoro (perché tale è lo sbocco all’aperto per molti esercenti) metterebbe in serio rischio il livello occupazionale cittadino, peraltro già precario in questo particolare momento storico”.