In questo periodo di grandissimo caldo bisognerebbe pensare, più del solito, agli animali randagi e lasciare, oltre che il cibo, una ciotola d’acqua come segno di umanità. Dar da bere agli assetati, a qualsiasi specie essi appartengano, infatti, è un’opera di misericordia. Pensate ai tanti esseri indifesi, cani, gatti, uccellini che, senza casa, con l’assenza prolungata di piogge, non possono nemmeno bere nei posti in cui erano soliti farlo e, a causa del caldo torrido, rischiare di non sopravvivere.
Spero tanto che non ci sia nessuno pronto a sventolare, in casi come questo, la stupida bandiera degli sprechi, perché la risposta non può non essere che gli “sperperi” sono altri, come lasciare il rubinetto aperto quando ci si lavano le mani, i denti o ci si insapona, durante la doccia. Mettere una ciotola d’acqua fresca, che va cambiata spesso, nei giardini, sui balconi, terrazzi, fuori dai locali e dalle case comuni, a noi non costa niente, ma per i tantissimi animali randagi è un gesto che può aiutarli a sopravvivere alla canicola. Per chiudere, una struggente poesia di Alda Merini che ci mostra come in ognuno di noi ci sia ogni piccola creatura:
Perché amo gli animali?
Perché io sono uno di loro.
Perché io sono la cifra indecifrabile dell’erba,
il panico del cervo che scappa,
sono il tuo oceano grande
e sono il più piccolo degli insetti.
E conosco tutte le tue creature:
sono perfette
in questo amore che corre sulla terra
per arrivare a te.
Restiamo umani.