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Il problema

Da Roma a Strasburgo, monta la protesta contro il ponte sullo stretto di Messina

venerdì 24 Gennaio 2025

Il ponte sullo stretto di Messina continua ad essere al centro del dibattito politico romano e siciliano. Da giorni si discute animatamente sulla sicurezza del progetto e il rischio sismico. A Montecitorio il ministro Matteo Salvini ha risposto all’interrogazione del deputato di AVS Angelo Bonelli dichiarando che “sulla base degli studi geologici, sismici e tettonici condotti, sono stati identificati i punti di interazione tra il Ponte sullo Stretto di Messina e il terreno, in modo da evitare il posizionamento su faglie attive, e garantire la massima sicurezza anche in caso di terremoto. Pertanto, per quanto concerne gli aspetti sismici, il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto è completo e dettagliato“.

Bonelli a sua volta ha fatto presente, replicando al leader del carroccio, che “il progetto presentato dalla società Stretto di Messina, indica chiaramente che il pilone di Cannitello si trova sopra una faglia attiva e lo afferma la stessa società. Eppure lei sostiene esattamente il contrario“, aggiungendo, “di sottoporre il progetto al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, come previsto dalla normativa, poiché stiamo parlando di un’opera con costi superiori ai 100 milioni di euro“.

Non solo Roma, anche a Strasburgo si è sollevata la protesta. Gli eurodeputati di PD, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra sono stati protagonisti di un flashmob rivolto alla Commissione europea, perché neghi la deroga a costruire relativa al ponte sullo stretto.

L’iniziativa è stata promossa dai dem Annalisa Corrado, Sandro Ruotolo, Giuseppe Lupo, poi di Avs Ignazio MarinoCristina Guarda, Leoluca Orlando Benedetta Scuderi, i grillini Pasquale Tridico e Giuseppe Antoci.

All’interrogazione parlamentare rivolta alla Commissione a novembre, che metteva in luce la completa incompatibilità dell’attuale progetto presentato dal Governo Meloni con la direttiva europea sugli appalti, ne sono seguite diverse altre che fanno luce su tutti gli aspetti oscuri e fumosi della costruzione di un’opera che riteniamo, per di più, dannosa e inutile”, dichiara Corrado, responsabile conversione ecologica del PD.

La richiesta della deroga a costruire, qualora evasa dal Governo alla Commissione Europea, si rende necessaria per aggirare i vincoli imposti alla costruzione in Zone Protette Speciali, quali sono quelle che verrebbero coinvolte nella realizzazione dell’opera.

Noi non ci fermeremo – continua la dem – il tema è di assoluta rilevanza europea. La nostra posizione è che manchino del tutto i motivi di interesse pubblico che sono necessari per la concessione della deroga da parte della Commissione”, commenta l’europarlamentare. Quello dell’ecomostro voluto da Salvini è un progetto nebuloso, dannoso, antistorico e insostenibile, che arrecherebbe danni incalcolabili ai territori coinvolti e alla biodiversità degli ecosistemi su cui inciderebbe, con rischi enormi per la salubrità ambientale che ricadrebbero sulle comunità coinvolte. Per non parlare del fatto che si sta ragionando di costruire il ponte sospeso più grande d’Europa su faglie attive, in una zona ad elevatissima attività sismica”.

Da parte nostra – conclude – continueremo a intraprendere ogni azione possibile per far presenti alla Commissione Europea le incongruenze e i rischi che riguardano la realizzazione di quest’opera, rappresentando i comitati e le associazioni che si battono sul territorio, e con cui siamo in costante contatto, nelle sedi europee”.

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