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Caro commissario quanto mi costi? Il sociale che indebita il Comune di Palermo

lunedì 15 Marzo 2021
consiglio comunale

Da una prima analisi da parte della Commissione Consiliare “Bilancio, Finanza e Tributi-Patrimonio” del Comune di Palermo, convocata stamattina in videoconferenza, emergerebbe una situazione particolare. Degli 11 debiti fuori bilancio esaminati e dei corrispettivi 11 commissari con cui il Comune di Palermo deve fare i conti, la maggior parte riguarda il settore delle Attività Sociali e rischia di travolgere il mondo della Cittadinanza Solidale.

Troppi infatti, i casi di debiti “gonfiati” da procedimenti giurisdizionali tecnicamente più complessi e costosi, celebrati davanti al Tar.

Collegati in videoconferenza, con 4 voti favorevoli (Evola, Chinnici, Sala e Rini) e due contrari (Mineo e Forello), i consiglieri hanno dato il  primo via libera all’approvazione di alcune proposte di delibera su una serie di debiti fuori bilancio maturati dall’Amministrazione comunale nei confronti di terzi.

Tutti i presenti hanno tuttavia ritenuto opportuno convocare in settimana gli uffici, la Ragioneria e soprattutto l’Assessore alla Cittadinanza Solidale, Giuseppe Mattina per fare il punto su una questione che pone diversi interrogativi.

Dal dibattito in Commissione, sembrerebbe infatti emergere una peculiarità dei debiti fuori bilancio afferenti al settore comunale dedicato alle Attività Sociali. A colpire, non sarebbe tanto la consistenza delle somme, quanto piuttosto l’iter più gravoso che ne avrebbe portato alla formazione.

La scelta di molti privati o di associazioni che operano in questo campo di ricorrere al Tar per risolvere le controversie con il Comune, porta a diverse conseguenze e ad alcune considerazioni. La prima, la più ovvia, è relativa all’incapacità dell’Amministrazione di pagare tempestivamente chi offre un servizio per la collettività. La seconda, fa emergere oltre al danno la beffa. Infatti, in caso di condanna la pubblica amministrazione,  sarebbe costretta al pagamento di somme ben più alte.

Un esempio su tutti: le nomine di un piccolo esercito di commissari ad acta che potrebbero evitarsi adottando provvedimenti alternativi e meno gravosi per il Comune.

Il caso più eclatante, se non altro per la cifra in questione -di oltre 256 mila euro– è quello della cooperativa Arcadia. Si tratta-spiega l’avvocato Palmigiano- di una Onlus che si occupa di assistenza e accoglienza di donne vittime di violenza e che, a causa di fatture non pagate dal Comune di Palermo tra il 2017 e il 2019 ha scelto, come altre realtà che operano nel sociale, la strada del giudizio di ottemperanza di un decreto ingiuntivo.

Così, da una fattura non pagata o pagata molti mesi dopo si arriverebbe, in caso di condanna per il Comune, a un conto salatissimo. Un lungo e elenco in cui si sommano spese e interessi legali, risarcimenti, e liquidazione di compensi dovuti ai commissari ad acta.

Mancanza di personale, uffici che non dialogano, assenza di fondi.  Queste le spiegazioni per  motivare uno dei tanti vulnus del sistema amministrativo-burocratico del Comune di Palermo.

Per avere una dimensione di questo fenomeno, per capire quanti procedimenti finiscano al Tar in un anno e perchè, per avere un’idea di quanto incidano sulle tasche dei cittadini, occorrerà attendere qualche giorno.

La questione, tutta politica riguarda le possibili soluzioni tra il continuare a pagare debiti(a discapito dell’efficienza e dell’efficacia di un’amministrazione pubblica), o decidere di cambiare passo a beneficio dei palermitani e di quei servizi che oggi, in un periodo di gravissima crisi economica, sono più che mai fondamentali.

LA PRECISAZIONE DELLA COOPERATIVA ARCADIA

in merito all’articolo pubblicato in data odierna, recante titolo “Commissario quanto mi costi? Il sociale che indebita il Comune”.
All’interno dell’articolo è stata nominata la Cooperativa Arcadia, da me assistita, la quale ad oggi è ancora creditrice delle ingenti somme indicate nell’articolo.

Il fatto che la stessa abbia dovuto adire il tribunale Amministrativo è strettamente connesso sia all’inadempimento persistente del Settore, tenuto conto che le fatture di cui al decreto ingiuntivo afferiscono anche  periodi novembre e dicembre 2016, sia alla sussistenza delle svariate Delibere di impignorabilità che la Giunta Comunale emana e sulla scorta delle quali neppure il ricorso al Giudice Civile – Sezione Esecuzioni Mobiliari consente un’immediata soddisfazione  dei crediti vantati. Si ribadisce che la Cooperativa in questione ha agito solo nel 2020, portando all’attenzione del Giudice civile, prima, e del Tar, poi, fatture relative agli anni  2017, 2018 e 2019 che, seppur ricevute prima rispetto ad altre, non hanno trovato soddisfazione volontaria da parte del Comune di Palermo. Questa condizione ha determinato sia il lievitare del debito, che oggi vede il riconoscimento in favore della stessa di un importo pari a circa 43.000,00 euro per interessi moratori, oltre a tutte le spese legali. Di certo, il costo del Commissario risulta essere di molto inferiore rispetto al costo legato al mero ritardo dell’Amministrazione Comunale. Ed ancora, non di minore importanza è il fatto che la Cooperativa Arcadia, visto il persistente inadempimento del Comune, viste le richieste degli operatori che legittimamente chiedevano la corresponsione delle retribuzioni (secondo standard fissati dalla legge), viste le esigenze di ogni singolo minore in favore del quale sono state garantite le dovute prestazioni, si è dovuta indebitare nei confronti degli istituti di credito, corrispondendo ingenti somme a titolo di interessi legali e moratori (anche questi legati al tardivo pagamento delle fatture), nei confronti dell’Erario, dell’Inps che non hanno mancato di far valere le proprie ragioni anche con l’avvio di procedure esecutive gravose.

Cordialmente
avvocato Giuseppe Marcellino e Serena Scaffidi, legale rappresentante della cooperativa

 

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