Lunedì’ 1 giugno alle ore 21, in occasione della ricorrenza della scomparsa del poeta Franco Scaldati, dalla pagina Facebook a lui dedicata verrà letto il testo inedito “Appunti su Falcone”.
A dar voce alle riflessioni di Scaldati l’attore Salvatore Pizzillo.
Il dattiloscritto era accantonato da qualche parte, come ci ha detto il figlio di Scaldati, Giuseppe, sommerso dalla mole di materiale prodotto dall’artista.
“Eravamo al corrente dell’esistenza di questo testo ma non eravamo mai riusciti a trovarlo“.
Il ritrovamento, “tra un foglio del Corriere dello sport“, è stato favorito dal riordino, e dalla conseguente digitalizzazione, che in questi mesi la famiglia Scaldati ha condotto in vista del trasferimento di tutti gli scritti alla Fondazione Cini di Venezia, che lo custodirà e, a seguito di una loro ulteriore digitalizzazione, lo metterà a disposizione di quanti lo vorranno consultare.
“Appunti su Falcone” è quel canovaccio, probabilmente, su cui Franco Scaldati e Felice Cappa, nel 2002, si erano appoggiati per redigere la sceneggiatura del film “Il ventre di Palermo. Sulle tracce di Falcone e Borsellino”.
Potremmo considerare questa circostanza l’ultimo saluto di Scaldati alla ‘sua Palermo’ che, dal 2013, non ha trovato un modo per conservare e custodire il preziosissimo patrimonio artistico da lui prodotto.
In questi anni solo una voce, quella di Franco Maresco, ha più volte additato le istituzioni cittadine di noncuranza in merito, non riuscendo ad ottenere né uno spazio né una possibilità concreta per custodire a Palermo le opere di Scaldati.
“Ogni anno per l’anniversario della scomparsa di nostro padre – ci ha detto Giuseppe – organizziamo qualche attività, quest’anno siamo ancora più felici di aver trovato questo testo inedito che cercavamo da tempo. Entro giugno, quasi sicuramente, consegneremo tutto questo materiale alla Fondazione Cini. Il nostro compito – ha continuato Giuseppe – per quanto possiamo e sappiamo fare, è quello di non far morire l’archivio di nostro padre in una stanza. Siamo stati molto combattuti prima di accettare la proposta della Fondazione Cini ma la loro serietà e professionalità ci ha convinto“.
L’amaro in bocca poi si è trasformato in prospettiva futura: “La nostra priorità era realizzare un archivio a Palermo poi però abbiamo riscontrato il prestigio della Fondazione Cini (che custodisce anche le produzioni artistiche di Paolo Poli ed Eleonora Duse – ndr) e siamo orgogliosi oggi di questa opportunità“.
Era il 2013 quando “il sarto di parole” della Palermo più umile – ma più sensibile ci viene da dire – ci lasciò togliendo voce a tutti i suoi personaggi, spesso fatti di carne e ossa. E, comunque, sapere che la sua produzione non solo non andrà perduta ma verrà valorizzata e condivisa è, per quanti hanno amato e continuano ad amare Franco Scaldati, un vero regalo.