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“Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano“: si legge così nel libro de “Il Piccolo Principe“, citazione che, nella storia che vi raccontiamo, ha un significato particolare.
Protagonista è Pietro Piraino Papoff, responsabile del Museo del Giocattolo e delle Cere, oggi ospitato nella Certosa di Villa Butera a Bagheria, collezionista di giocattoli provenienti da tutto il mondo e uno degli ultimi artisti ceroplasta in attività in Italia.
Nel lontano 1947 Pietro perse il padre e, come ci dice nella video intervista, all’età di quattro anni seppe che non avrebbe potuto avere dei giocattoli, per via delle difficili condizioni economiche in cui versava la famiglia.
Ma, come dimostrano i fatti, la potenza dei desideri supera difficoltà ed ostacoli: dopo essersi rifugiato nel mondo del Piccolo Principe, ad appena dieci anni, Pietro decise che sarebbe riuscito ad avere, grazie alle sue forze, più giocattoli di tutti gli altri bambini.
Facendo piccoli lavoretti, cercando tra i mercatini dell’usato e poi, divenuto adulto, in giro per il mondo con una tappa importante a Parigi, collezionando esperienze, incontri e storie di vita, Pietro Piraino è riuscito a mettere insieme una collezione unica, in continuo aggiornamento, che oggi conta 1.800 pezzi; 200 invece sono gli oggetti realizzati con la cera ed esposti nel Museo.
Osservando l’evoluzione del giocattolo ci si rende conto di quanto esso costituisca uno specchio del mutamento dei costumi della società intera: “Questo luogo e la collezione – ci ha detto Pietro Piraino – sono patrimonio di tutti, non solo mio perché permettono di ricordare ai bambini di un tempo le loro radici e di far conoscere ai bambini di oggi i giocattoli e la realtà di ieri“.
La Certosa di Villa Butera, che ospita il Museo dal 2014, accoglie al piano terra la collezione dei giocattoli del ‘900, al secondo piano i giocattoli rari e, al piano superiore, l’esposizione delle cere che con al Villa hanno un legame particolare. Già nel ‘700, infatti, cento anni prima di Londra e Parigi, vi risiedeva il primo Museo delle Cere al mondo.
Tantissimi e sorprendenti i pezzi esposti: giocattoli e cere esposte, infatti, sono state poste sotto vincolo dalla Regione Sicilia, Assessorato Beni Culturali e Ambientali, ai sensi del Decreto 490 del 29/10/1999 e DDG 1017 in quanto dichiarati di enorme valore demo-etno-antropologico.
Ognuno ha una storia unica da raccontare ancora oggi ma l’oggetto più importante, forse simbolo più efficace della natura antropologica del giocattolo, è una piccola pistola costruita in legno, vetro e bossolo di fucile mitragliatore, risalente all’epoca dei campi nazisti e che Pietro, ricordandoci le vicissitudini che lo hanno ricondotto fino a lui, custodisce con totale affetto e rispetto.
Il Museo è aperto ogni giorno dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 13; si possono concordare, comunque, incontri anche in altri orari.