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Montante lascia il carcere e va ai domiciliari, il giudice: “È depresso”

martedì 12 Marzo 2019
antonello-montante

A maggio sarebbero stati 12 mesi di carcere per Antonello Montante che, invece, è stato liberato dal Tribunale del riesame. Motivo? L’ ex presidente di Confindustria Sicilia sarebbe affetto da una patologia depressiva incompatibile con il regime carcerario. Per questo motivo si lascia alle spalle il cancello del “Pagliarelli”, dove era stato trasferito sabato scorso, e va ai domiciliari.

L’appello dei suoi legali, quindi, è stato accolto dal giudice di Caltanissetta che ne ha disposto la scarcerazione. A novembre dello scorso anno, la Cassazione aveva rinviato a nuovo esame l’accusa di associazione a delinquere tenendo, invece, in piedi quelle sui presunti reati di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio, accesso abusivo ai sistemi informatici e favoreggiamento.

L’ex leader degli industriali siciliani rimane a giudizio col rito abbreviato attualmente in corso.

Nelle tredici pagine del provvedimento, il Tribunale del riesame di Caltanissetta ha disposto per Montante gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico e il “divieto di comunicare, con qualsiasi mezzo, con persone diverse dai conviventi e dai difensori che lo assistono“. Per i giudici “non si può dimenticare la pericolosità già ravvisata nell’imputato“, ma bisogna “tenere conto altresì dell’oggettivo affievolimento del pericolo di inquinamento probatorio conseguente alla scelta di definire il processo col rito abbreviato e dal presumibile attenuarsi della capacità a delinquere dell’imputato” sia “per la patologia depressiva che lo ha colpitosia per “l’effetto deterrente” legato ai nove mesi di detenzione. Il Tribunale ritiene che la detenzione in carcere deve essere “sostituita con gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico” e il “divieto assoluto di comunicare” con l’esterno vista “l’intrinseca inaffidabilità dell’appellante“.

Secondo l’accusa l’ex leader di Confindustria Sicilia aveva creato quello che la Procura ha definito il “sistema Montante”: una “tentacolare rete di rapporti” con politici, uomini dei servizi segreti e delle forze di polizia per ottenere e scambiare informazioni riservate dalla Procura di Caltanissetta.

Montante era stato arrestato e posto ai domiciliari dalla squadra mobile della Questura il 14 maggio del 2018, in esecuzione di un’ordinanza di 2.567 pagine firmata dal gip Maria Carmela Giannazzo che ha accolto l’impianto accusatorio dell’inchiesta ‘Doble face’ della Dda nissena.

Il 24 maggio è stato poi condotto in carcere: il gip ha inasprito la misura dei domiciliari perché l’indagato avrebbe tentato di inquinare le prove a suo carico. La Cassazione ha di recente rigettato un ricorso del suo collegio di difesa per trasferire il processo da Caltanissetta.

 

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