La truffa dei pannoloni arriva ad una sentenza del Tribunale di Palermo. Sono stati condannati il funzionario dell’Asp e un faccendiere. Assolti tutti i farmacisti. Pietro Li Sacchi e Giuseppe Villano sono stati condannati a cinque anni e quattro mesi ciascuno di carcere. Gli assolti sono Giuseppe Pepe, Gaetano Sirchia, Diego Genovese, Giuseppe Villano.
Gli imputati erano accusati di truffa in concorso e di avere falsificato una sfilza di pratiche accedendo in maniera illecita al sistema informatico dell’Asp. Il tutto fatto chiaramente per incassare i rimborsi dell’Azienda Sanitaria Provinciale.
Sacchi era funzionario dell’Ufficio H del Dipartimento di riabilitazione con sede all’interno dell’ospedale Guadagna mentre Vallino era una sorta di faccendiere.
La procedura era piuttosto semplice: il paziente, la cui incontinenza era stata accertata da una visita specialistica, presentava la documentazione all’Asp che lo registrava in una banca dati. Quindi, lo autorizzava a presentarsi in farmacia per ritirare i pannoloni. Stessa cosa avveniva per i diabetici, affetti anche da celiachia e dunque impossibilitati a mangiare cibi che contengono glutine.
Li Sacchi sarebbe entrato nel sistema informatico per creare delle false identità di pazienti. Molti documenti sarebbero risultati falsificati, a volte appartenevano a persone morte da tempo, oppure a gente emigrata. Alcune pratiche erano intestate ad ignari anziani che, convocati dagli investigatori, dissero di non soffrire di incontinenza e di non avere mai fatto richiesta per ottenere i pannolini. Eppure risultava che li avessero ritirati in farmacia.
Le microspie e le telecamere piazzate dai carabinieri nell’ufficio di Li Sacchi, in via Giorgio Arcoleo, filmarono gli incontri del funzionario con Vallino al quale consegnava blocchi di autorizzazioni falsificate che poi questi avrebbe girato ai farmacisti. Farmacisti che si sono sempre difesi. “Erano ignari di tutto”, hanno sostenuto gli avvocati Carolina Varchi, Michele Gallo, Fabrizio Biondo e Rosa Garofalo. Era esclusivamente dentro l’Asp che si sarebbe annidato il malaffare.