Ha contato a lungo Rosario Crocetta. Molto a lungo. Ma poi al silenzio che poteva essere scambiato come un atteggiamento passivo al limite della complicità rassegnata, ha preferito la risposta. E parlare. Chiaro, come sempre.
In un’intervista rilasciata al quotidiano LA SICILIA in edicola oggi, l’ex presidente della Regione racconta di come Matteo Renzi, dopo averlo lungamente rassicurato nei mesi scorsi su un suo coinvolgimento per un posto in liste alle Politiche, lo abbia invece escluso, insieme ad altri nomi di spicco, tra cui Lumia e Antoci, negandosi persino alle risposte via sms.
Crocetta racconta al quotidiano catanese: “Prima della chiusura delle liste, ho scritto a Renzi, puoi dirmi per favore se sono candidato oppure no. Non mi ha risposto. Come ha sempre fatto nei cinque anni in cui sono stato presidente”.
Per Crocetta, l’impegno di Renzi era andato oltre la riconoscenza e il relativo riconoscimento politico, per il passo indietro a favore di Micari nella vicenda della candidatura per Palazzo d’Orleans. Ai fatti e alle promesse, spiega però, non hanno fatto seguito le parole.
Ma per l’ex inquilino di Palazzo d’Orleans l’amarezza diventa rabbia quando si trova a dover sottolineare: “forse voleva che io, presidente della Regione, mi facessi raccomandare da un sottosegretario per parlare con lui. Ma sarebbe stato contro ogni regola istituzionale, oltre che contro il mio carattere rivoluzionario”. Uno sfogo quello di Crocetta che si confronta con gli esiti di un periodo lungo, un’attesa sulla possibilità di rimanere in campo, bruciata da scelte che si sono rivelate alla fine molto marcate in chiave renziana. E non solo in Sicilia.
Ma per Crocetta, quel che è peggio e più grave, è che Renzi avrebbe rottamato l’antimafia sostituendola, scegliendo profili completamente diversi, come dice esplicitamente: “ la cosa più grave è che al posto mio, che ho fatto arrestare centinaia di boss e sono stato condannato a morte dalla mafia, candidano il rettore Navarra nipote di Michele Navarra, boss e medico coinvolto nell’avvelenamento del pastorello testimone dell’omicido Rizzotto”.
L’ex governatore siciliano annuncia una conferenza stampa in cui, promette, farà nomi e cognomi di personaggi finiti nelle liste del Pd che, a suo avviso, avrebbero rapporti di parentela con boss mafiosi.
Un Crocetta scatenato, dunque, che, pur avendo messo in conto la delusione per l’uscita dalla scena, che a questo punto pare prolungarsi almeno fino alle prossime europee, mette nero su bianco un atto d’accusa particolarmente pesante sulle scelte di Renzi per le candidature in Sicilia. Non facendogli certo un gran regalo.