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Il “Tamerlano” di Luigi Lo Cascio in anteprima nazionale al Teatro Biondo

mercoledì 7 Febbraio 2018

Dopo le prime impronte date dall’arte, a segnare un passo importante nell’ambito teatrale per Palermo Capitale Italiana della Cultura sarà il debutto in prima nazionale, venerdì 9 alle 21 al Teatro Biondo, dello spettacolo “Tamerlano“, di Luigi Lo Cascio.

Per la sua “prima volta” da regista, l’attore si cimenta nell’ardua riscrittura del “Tamerlano Il Grande” di Christopher Marlowe, il più controverso autore elisabettiano, radunando una compagnia quasi interamente made in Sicily.

Ad interpretare i panni del leggendario condottiero turco-mongolo, vissuto nel XIV secolo, sarà Vincenzo Pirrotta, sulla scena insieme a Tamara Balducci (Zabina / Agida / 2° Soldato senza tempo e senza nome), Gigi Borruso (Cosroe / Sultano / Dottore / Un uomo / Soldato senza tempo e senza nome), Lorena Cacciatore (Zenocrate / Sharuk /Soldato senza tempo e senza nome), Giovanni Calcagno (Bajazet / Calepino /1° Soldato senza tempo e senza nome), Paride Cicirello (Gianghir / Ortigio), Marcello Montalto (Teridama / Re di Trebisonda / Soldato senza tempo e senza nome), Salvatore Ragusa (Tecelle / Re d’Arabia / Re di Natolia / Soldato senza tempo e senza nome), Fabrizio Romano (Micete / Pascià / Almeda / Soldato senza tempo e senza nome).

Per il lavoro di riscrittura del testo – ci ha detto Lo Cascioè stato decisivo l’impatto che ho avuto come lettore, scoprendo l’estrema poeticità data da Marlowe, l’inventore del verso inglese. Del personaggio mi ha colpito, invece, la spietatezza granitica nella quale ho voluto introdurre una crepa nella carne della vita del guerriero ovvero un contrasto con il figlio, segnando un nuovo confine tra se stesso e l’altro“.

È da qui che inizia la riscrittura di Tamerlano, monumento di spietatezza che, sul punto di morire, adagiato sotto un albero in un luogo senza tempo, ricapitola la propria vita.

Nel conservare sullo sfondo l’incombenza della guerra, Lo Cascio rintraccia, anche, l’impronta più significativa della contemporaneità: “Il richiamo alla città di Palermo, ancora segnata dai bombardamenti, ma anche la consapevolezza che la guerra sia veramente a contatto di gomito costantemente, non solo per i fatti riportati dalla cronaca internazionale ma, soprattutto, per l’evidenza che accanto a noi si manifesta quotidianamente. Questo mi sembra il tratto più forte contemporaneo”.

La resa dello spettacolo, ci dice infine, non nascondendo l’emozione per la sua prima volta esclusivamente da regista, “è un ingranaggio apparentemente semplice ma complesso nella realizzazione reso possibile dalla sinergia degli attori unita all’arte e all’artigianato dei tecnici“.

Le scene e i costumi sono di Nicola Console e Alice Mangano, le musiche originali di Andrea Rocca, le luci di Cesare Accetta; assistente alla regia Alessandro Idonea.

Repliche pomeridiane e serali fino al 18 febbraio.

 

  • Foto di scena di Rosellina Garbo

 

 

 

 

 

 

 

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