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Riportare le periferie al centro delle dinamiche quotidiane di vita della città, riqualificarle in termini sociali e culturali attraverso idee concrete di sviluppo e di riqualificazione. Questo il tema centrale del dibattito pubblico organizzato presso la ex chiesa S. Maria Alemanna da Capitale Messina dal titolo “Rigenerare le periferie, innovare la città”, con la partecipazione della maggior parte delle sigle che rappresentano la società civile messinese.
Hanno preso parte all’incontro gli assessori regionali Roberto Lagalla e Bernadette Grasso, con i vertici della Camera di Commercio, Confesercenti, Confindustria, Sicindustria Messina, Ordine degli Architetti, Avvocati, dei Commercialisti, degli Ingegneri, degli Agronomi, dei Geologi, Collegio dei Geometri e degli Agrotecnici, Acli, Cittadinanzattiva, Rete Civica per le Infrastrutture. A due mesi e mezzo ormai dal voto per le Comunali che decreteranno la nuova Amministrazione comunale di Messina, le forze vive di Messina si sono ritrovate a confronto per parlare di progetti e prospettive che dovranno ridare dignità e vivibilità alle aree periferiche del territorio, colmando l’inaccettabile dicotomia che si è creata ed allargata nel corso degli anni tra il tessuto urbano del salotto cittadino e le zone più decentrate.
Capitale Messina, con l’impegno del presidente Pino Falzea e del vicepresidente Gianfranco Salmeri ha così posto in modo chiaro e determinato l’accento su una questione, quella delle periferie, di cui molto spesso si parla ma che, nei fatti, non ha mai trovato risposte risolutive. “Occorre porsi prima di tutto un interrogativo e fare una riflessione – ha detto l’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Lagalla – sul vero senso e sul significato della periferia. Tutto è periferia e tutto è centro in un momento in cui attraverso la comunicazione tutto è interconnesso e le disparità sociali ed economiche tendono a periferizzare ciò che un tempo era centrale. A mio avviso sono importanti le nuove capacità di sviluppo e di idee che ricollochino al centro della stessa idea politica il concetto di programmazione e di pianificazione e organizzazione, per dare un senso centrale alle periferie e integrarle con i centri tradizionali. Il dibattito voluto da Capitale Messina è importante perché pone l’accento e il problema sulle differenze e sulla necessità di ricucire in modo intelligente le differenze per poter creare un nuovo sistema”.
“Le periferie di Messina – ha evidenziato il vicepresidente di Capitale Messina, Salmeri – rappresentano un problema atavico che nessuno ha mai voluto realmente affrontare e combattere. La periferia baraccata e degradata è stata sin qui sinonimo anche di difficoltà in termini di degrado socio-culturale. Le periferie devono ridiventare centrali perché se le periferie non rinascono non rinasce la città nel suo complesso. Abbiamo previsto una serie di incontri programmatici, partendo proprio da qui, nel tentare di disegnare un programma di governo per la città e non a caso il primo incontro lo abbiamo incentrato sulla ineludibile riqualificazione delle periferie. Larga parte dei cittadini vivono ancora in condizioni di disagio. Bisogna aprire la città maggiormente alle periferie. Noi immaginiamo che il trasporto pubblico dalla periferia al centro debba essere gratuito e molto presto presenteremo un programma che dimostrerà la sostenibilità economica dell’operazione”.
L’iniziativa di Capitale Messina pone, dunque, le periferie di Messina al centro del dibattito sociale e culturale ancor prima che politico in una città come Messina che si prepara alle elezioni comunali con la speranza di una svolta, troppe volte disattesa, e con la convinzione che proprio la svolta non possa prescindere da un impegno morale forte e mirato a sostegno delle periferie.
E’ opinione comune dei partecipanti al forum di Capitale Messina, e di tanti cittadini, che il futuro della città dello Stretto debba partire dal recupero delle periferie, attraverso un modello urbano “policentrico”, nel quale ogni quartiere sia “centro” a sé, annullando la tradizionale gerarchia urbanistica e socioculturale tra il centro città e le periferie. Una prospettiva che potrà diventare realtà soltanto se ci sarà una reale convergenza di intenti tra le forze civiche, sociali e produttive della città per disegnare un progetto condiviso di governo del territorio.