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L'evento

A Palermo “Panormus. La scuola adotta la città”, la cerimonia dedicata alla tradizione cittadina

lunedì 29 Aprile 2024

Prende il via “Panormus. La scuola adotta la città”, il progetto dalla storia trentennale che si rivolge alle istituzioni educative e scolastiche di ogni ordine e grado. Questa mattina, nella sala Grande del Teatro Massimo, si è svolta la cerimonia d’apertura della XXVIII edizione, “Viva Panormus…e Santa Rosalia”, dedicata alla tradizione cittadina più identitaria e suggestiva, il culto devoto, tra sacro e profano, della Santuzza, per la quale nel 2024 ricorre il IV centenario del ritrovamento delle spoglie.

 

 

Durante la cerimonia, l’assessore all’Istruzione del Comune di Palermo Aristide Tamajo ha consegnato simbolicamente le chiavi della città a una delegazione di bambine e ragazzi ed è stato presentato il programma delle adozioni di siti e monumenti.

Come da tradizione, Panormus si svolgerà a maggio: durante tre fine settimana, gli studenti di settantanove istituzioni scolastiche accompagneranno i visitatori alla scoperta dei 43 siti della città connessi al culto di Santa Rosalia: chiese, vicoli, musei, oratori, e ancora santuari, quadri, murales ed edicole votive.

Non mancheranno le attività rivolte ai bambini e alle bambine della prima e della seconda infanzia con “laboratori rosaliani” organizzati da alcuni asili nido e scuole dell’infanzia presso l’atrio della biblioteca comunale Leonardo Sciascia e all’interno di Villa Garibaldi.

Roberto Lagalla

Il mondo della scuola e l’amministrazione comunale ancora una volta insieme per questa iniziativa che è diventata ormai una tradizione che mette in risalto il patrimonio culturale della città. Il progetto Panormus ha sempre avuto un forte impatto sociale e culturale. Quest’anno, inoltre, assume un significato particolare perché il percorso di questa edizione avrà come filo conduttore il quattrocentesimo di Santa Rosalia. È importante che anche il mondo della scuola e gli studenti di questa città sentano propria l’importanza della tradizione che coniuga sacro e laico e dall’altissimo valore simbolico. Il mio ringraziamento, oltre che agli studenti, va ai dirigenti scolastici e ai docenti che con grande impegno accompagnano i ragazzi in questo percorso e all’assessorato comunale all’Istruzione e i suoi uffici per l’intenso lavoro di coordinamento del progetto”. Lo ha dichiarato il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.

Aristide Tamajo

Ci sono i nidi, ci sono le scuole dell’infanzia, i bambini delle elementari, delle medie e delle superiori. Per Panormus c’è, come sempre, l’intera comunità scolastica palermitana e io, in qualità di assessore all’Istruzione, sono sinceramente orgoglioso e felice di partecipare all’organizzazione di questo evento, ideato nel 1994 dalla compianta collega Alessandra Siragusa che abbiamo ricordato tutti insieme anche quest’anno. Un progetto di pedagogia urbana che si rinnova per questa  XXVIII edizione con la celebrazione di Santa Rosalia e che vedrà una partecipazione massiccia delle scuole che con grande entusiasmo si preparano da mesi per adottare la città“, ha dichiarato l’assessore Tamajo.

L’iniziativa al Teatro Massimo

Gli alunni delle scuole di Palermo a indirizzo musicale suoneranno nella scalinata del Teatro Massimo il 6 giugno giornata conclusiva della manifestazione Panormus la scuola adotta la città.

Marco Betta

In questa occasione, le scuole riconsegneranno le chiavi della città al sindaco Roberto Lagalla. “È un grande piacere aprire ancora una volta le porte del Teatro a Panormus, la manifestazione più rappresentativa della vitalità delle scuole cittadine, che il Comune di Palermo e l’Assessorato alla Scuola organizzano da 30 anni ha detto il sovrintendente del Massimo, Marco Betta E’ una gioia vedere la Sala Grande gremita di centinaia di bambini e ragazzi nel nome dell’arte, della musica e del Teatro. La loro presenza rafforza il significato di una istituzione culturale come la nostra e rende viva l’iscrizione sul frontone del Massimo, una frase scolpita sulla pietra e ancora estremamente ricca di significato: “vano delle scene il diletto, ove non miri a preparar l’avvenire”.

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