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Mobilità

Aeroporto dello Stretto: i voli a 40 euro per i messinesi non bastano. Ecco perchè (e cosa serve)

martedì 18 Ottobre 2022

L’iniziativa è lodevole, ma deve essere seguita passo per passo e soprattutto potenziata. In caso contrario il rischio è quello di vanificarne gli effetti. La conferenza dei servizi che si è tenuta nei giorni scorsi, alla presenza anche della Città Metropolitana di Messina, ha stabilito tariffe speciali di 40 euro per i viaggiatori di Messina che scelgono l’aeroporto dello Stretto per raggiungere Roma, Milano, Torino. L’obiettivo è rendere lo scalo Minniti realmente Aeroporto dello Stretto, recuperando anni ed anni di ritardi su questo fronte e persino sulla stessa utenza calabrese sempre più spesso propensa a volare da Lamezia che da Reggio.

Attualmente un fiume di persone non solo da Messina ma da tutta la provincia, quotidianamente si sobbarca disagi per raggiungere gli scali di Catania o Palermo nel caso dei viaggiatori della zona nebroidea.

Sia che si utilizzi l’autostrada Messina-Catania (con pullman o mezzi propri) che il collegamento con il treno, cautela vuole che si aggiunga al tempo di attesa in aeroporto almeno altre due ore per raggiungere lo scalo (tenendo in considerazione le condizioni dell’A/19, le file, la tangenziale di Catania etc etc). Al costo del biglietto aereo occorre aggiungere o quello del pullman o treno oppure benzina e pedaggio.

Insomma lievita un po’ tutto compresa la soglia di pazienza richiesta.

L’idea quindi di voli a 40 euro da Reggio Calabria è allettante e riporta alla memoria tempi migliori, quando, sia pure tra varie difficoltà, c’era chi si cimentava ad attraversare lo Stretto per prendere l’aereo, ma i costi sono diventati proibitivi ed il collegamento sempre più arduo e complesso. Nel migliore dei casi toccava prendere aliscafo (o Caronte) e taxi. Per di più anche l’offerta dei voli è diventata sempre meno competitiva rispetto ad esempio a Fontanarossa.

Rispetto a 20 anni fa quindi i messinesi disertano il Minniti a favore dello scalo catanese, sia per ragioni di costi dei voli che di offerta che infine di collegamenti.

Se davvero si vuol rendere l’aeroporto Tito Minniti lo scalo “dello Stretto” è proprio su quel tratto di mare che si deve investire, come accadde nei primi anni del 2000. I 40 euro infatti non bastano per convincere i potenziali utenti messinesi.

Il primo problema è il collegamento veloce Messina-Reggio Calabria, attualmente gestito, proroga su proroga da Blu Jet, la società appositamente costituita da Rfi nel 2018. E’ sotto gli occhi di tutti che il servizio non è adeguato all’utenza “quotidiana”, ovvero ai pendolari ed a chi per motivi di salute, studio, lavoro, deve attraversare lo Stretto. Anche il secondo bando del Ministero dei trasporti per potenziare la tratta è andato deserto, quindi, tra proteste di sindacati e utenti, dobbiamo tenerci quel che c’è. Gli orari delle corse sono insufficienti (di sera neanche a parlarne), e nei week end di fatto è come se non esistessero. Ammettendo quindi che l’offerta di voli da Roma, Milano, Torino, Venezia, da Reggio venisse potenziata ed ai messinesi garantita la tariffa speciale resta il problema dei collegamenti con aliscafo. Peraltro arrivati al porto di Reggio i viaggiatori devono comunque prendere o il bus navetta (se c’è la coincidenza) o il taxi. E il costo lievita soprattutto nel caso di taxi.

Optare per la soluzione Messina-Villa San Giovanni (con Caronte o aliscafo) obbliga all’extra di un taxi fino a Reggio ed un aumento anche in termini di tempo per raggiungere l’aeroporto.

E’ quindi evidente che si davvero si vuol investire su Messina si devono effettuare correttivi seri su questa sponda.

Eppure non è stato sempre così. Nei primi anni del duemila, grazie all’allora presidente della provincia Salvatore Leonardi che siglò un protocollo d’intesa con la Sogas per un collegamento veloce che univa direttamente il porto di Messina con il pontile. Si poteva fare il ceck-in a bordo, il servizio era dedicato e si approdava direttamente al pontile.

Troppo bello per essere vero. Ovviamente una soluzione portata avanti dal pubblico, più semplice, meno onerosa per l’utenza, finì con l’essere avversata e boicottata  (con l’avallo della sponda calabrese) per favorire altri interessi privati, peraltro poco lungimiranti perché era evidente che prima o poi i viaggatori avrebbero voltato le spalle a Reggio in queste condizioni.

Morale della favola l’aliscafo diretto Messina-Minniti viaggiò con sempre meno persone a bordo e l’esperimento, pur riuscito, durò poco più di un anno. Fu “affondato” nonostante tutto e nel silenzio di tanti. Il pontile oggi è in condizioni di totale abbandono, ma anche la gestione dell’aeroporto è andata via via allontanandosi dagli obiettivi iniziali. Oggi il rilancio non può che passare dal rimediare agli errori del passato.

E in passato nella Sogas c’era anche la Provincia di Messina (che di risorse ne ha messe e anche tante con ritorni minimi). In quegli anni Salvatore Leonardi da presidente della provincia s’intestò anche un’altra battaglia molto sentita dai comuni della zona tirrenica, quella per l’aeroporto del Mela. Vi furono studi, petizioni, dibattiti, progettazioni, ma anche in questo caso l’idea fu impallinata (anzi in realtà colpita alle spalle) e affondata.

Se oggi si vuol fare decollare l’aeroporto dello Stretto non si può non ripartire anche dai collegamenti tra Messina e lo scalo, tenendo in considerazione anche gli orari e i week end. Altrimenti non si è competitivi. C’è poi il capitolo dei voli, perché Catania è il primo aeroporto per traffico di passeggeri in Italia ed ha un’offerta altamente competitiva, anche sui low cost. Un ventaglio ampio sia di destinazioni che di orari che di compagnie aeree, unito a collegamenti con Messina, per quanti non eccelsi ma consolidati nel tempo, rappresentano il punto di forza di Fontanarossa.

Infine c’è un altro appunto ed a sollevarlo è stato il sindaco di Naso, Gaetano Nanì: La beffa? Il prezzo bloccato del biglietto, così come si evince da un comunicato della Regione Calabria, è riservato ai soli residenti nel Comune di Messina!  Un’umiliazione per oltre 250.000 cittadini che da una vita attendono il potenziamento del sistema ferroviario – autostradale e che per raggiungere un aeroporto devono sobbarcarsi un viaggio di oltre tre ore.”

 

 

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