Il punto, sia pure evidente ad occhio nudo, era già stato fissato dalla Corte di giustizia Europea. Adesso a confermare che il collegamento veloce nello Stretto non può essere monopolio RFI è una sentenza del Consiglio di Stato (IV sezione, presidente Rosanna De Nictolis). In sostanza sia la Corte di Giustizia Europea che il Consiglio di Stato evidenziano come il traghettamento con gli aliscafi non è assimilabile al servizio ferroviario quindi non può essere dato in affidamento diretto senza gara come sta avvenendo sin dai tempi del ministro Toninelli, con disagi ormai inenarrabili per l’utenza.
A ricorrere contro Rfi (e Bluferries) era stata Liberty Lines, società che ha gestito il servizio tra le due sponde fino a quando, nel 2018, l’ex ministro pentastellato non decise per l’affidamento diretto ad una partecipata delle Ferrovie.
Il ricorso era relativo alla tratta Messina-Reggio Calabria e la sentenza del 27 febbraio di fatto dichiara illegittimo l’affidamento senza gara.
Sentenza che conferma il precedente giudizio della Corte di Giustizia europea, ma nel frattempo sono passati 5 anni sotto i ponti (e sopra il mare).
A pagarne le conseguenze, come in questi anni hanno ribadito congiuntamente Uil e Cgil sono stati da un lato i pendolari ed i viaggiatori dall’altro i lavoratori. Al quadro già critico c’è da aggiungere la situazione della tratta Messina-Villa San Giovanni, affidata di proroga in proroga a Blu Jet (quindi ad Rfi) in seguito a due gare andate a vuoto (qui) ed in attesa di un nuovo bando che non s’intravede all’orizzonte (qui). Nei giorni scorsi ad intervenire sui disagi e le gravi conseguenze per la mancata continuità territoriale è stato il senatore Nino Germanà (qui)
“Nella sentenza il Consiglio di Stato sancisce definitivamente l’illegittimità giuridica dell’affidamento diretto del trasporto marittimo veloce evidenziando la necessità di mettere a gara ad evidenza pubblica un servizio che, non potendo essere assimilato al trasporto ferroviario, deve soggiacere a logiche di libero mercato. Scelte del Governo nazionale che risalgono all’ottobre 2018 e che oggi si rivelano sbagliate rischiano di generare il caos nel già complicato e precario sistema dei trasporti passeggeri sullo Stretto di Messina” dichiarano Carmelo Garufi e Michele Barresi segretari generali di Filt Cgil e Uiltrasporti Messina- Un servizio che, come spesso abbiamo denunciato negli ultimi cinque anni, è stato gestito in maniera precaria – proprio per una inadeguata o assente strategia dei Governi nazionali che si sono succeduti finendo per penalizzare migliaia di utenti, pendolari e studenti, siciliani e calabresi, che quotidianamente subiscono continui disservizi e la poca affidabilità nella mobilità tra le due sponde dello Stretto. Preoccupano i livelli occupazionali di un servizio oggi garantito dalla società Blu jet di RFI che impiega un centinaio di lavoratori ed è pertanto urgente capire quali siano le direttive e la tempistica del Ministero nell’emissione del prossimo bando di gara”.
Ad oggi l’unica certezza è l’ennesima proroga dell’affidamento della tratta Messina Reggio imposto dal MIT alla società Blu Jet fino al mese di settembre 2023 ma l’auspicio del sindacato è che la politica che rappresenta i cittadini dello Stretto si adoperi per aprire con urgenza un tavolo di confronto presso il Ministero, con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e le parti sociali, al fine di mettere al centro delle scelte future le reali esigenze di mobilità di quest’area e definire il perimetro del prossimo bando affinché si dia stabilità ed un futuro al servizio di traghettamento veloce sullo Stretto che ponga come priorità il mantenimento dei livelli occupazionali e l’efficienza del trasporto marittimo tra le due sponde incrementando definitivamente il numero di corse, la sicurezza e la qualità dei mezzi impiegati.