Il secondo appuntamento con i grandi maestri della fotografia, all’interno della Galleria d’Arte Moderna di Palermo, vede come protagonista Henri Cartier-Bresson, l’occhio del secolo, fondatore insieme a Robert Capa dell’agenzia Magnum Photos.
La mostra “Henri Cartier-Bresson Fotografo“, curata da Denis Curti e Andrea Holzherr, consta di 144 scatti suddivisi secondo un percorso logico dettato tanto dai soggetti immortalati quanto dalle sale espositive.
Gettare l’occhio sulle opere del fotografo francese è un’esperienza vivificante e interrogativa.
A partire dal bianco e nero, che non lascia sfuggire intensità e dettagli catturati dall’obiettivo e impressi sulla pellicola, supporto non “manipolato” che, semplicemente, accoglie l’impeto della visione.
Un’osservatore attento scorgerà, tra l’altro, gli spazi della pellicola stampati e, sempre, un contorno nero a contenere lo scatto; unica eccezione a questa modalità è l’immagine simbolo della mostra, “Gare Saint Lazare” (1932), nella quale Cartier-Bresson si concedette la possibilità di ritagliare la stampa.
Una fotografia che non mente, semmai conferma l’intenzione dell’autore: condividere frammenti del quotidiano raccolti in tutto il mondo e che, oggi, nell’epoca del digitale, del fugace e del virtuale, assumono ulteriore significazione.
Entrando dalla prima sala si trovano le sezioni “Gli Esordi“, “Le Icone” e “Mondo” con gli scatti che hanno reso il fotografo emblema dello “scatto paziente“, per poi passare alle “Immagini“, all'”Europa” e all'”Istante Decisivo“, che accolgono, tra gli altri, momenti come la cremazione di Ghandi e l’incoronazione di Giorgio VII (1937), e poi ancora molte delle città italiane visitate da Cartier-Bresson.
Oltre ai volti dei personaggi più importanti del secolo nel panorama culturale e sociale: da Truman Capote ad Alberto Giacometti, da Saul Steinberg a Henri Matisse, per citarne alcuni.
Ma la cosa che forse non tutti sanno è il forte legame che Cartier-Bresson ebbe con la Sicilia e in particolare con Palermo: è qui, infatti, in una camera di Villa Igiea, che il fotografo venne concepito durante il viaggio di nozze dei genitori. Fu lui stesso a rivelare a Ferdinando Scianna questa curiosità, durante un’ incontro alla Magnum.
La mostra apre al pubblico il 21 ottobre e rimarrà fruibile fino al 25 febbraio 2018; sul sito della GAM tutte le informazioni su giorni e orari di apertura.
Il museo, inoltre, propone un’articolata offerta di visite guidate e itinerari, integrati all’esposizione fotografica, sia per gli adulti che per le scolaresche.