L’atmosfera con cui, a breve, nei prossimi giorni, ci si tufferà nella discussione della mini-finanziaria, evidenzia nel parlamento siciliano la possibilità di rinverdire il clima bipartisan che potrebbe tornare utile al centrodestra che appoggia il governo Musumeci.
Il Pd, almeno a parole, vuol fare valere all’Ars nei confronti del governo regionale di centrodestra, una linea d’opposizione ferma e senza sconti. Al tempo stesso, in occasione dell’ultima Finanziaria, è riuscito a portare a casa un bel po’ di cose. A evidenziarlo, senza particolare scandalo il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, che vede di buon occhio un più ampio, anche se non strutturale, coinvolgimento.
I dem hanno fatto valere il ‘forcing’ in termini di impostazione della norma sull’Autorità di bacino idrografico. O sull’articolo che riguarda la distribuzione del gas (art.83) che consente ai Comuni di affidare il servizio. E ancora sugli emendamenti per la ristrutturazione immobili centri storici con la Regione che paga per intero il costo della quota interessi fino a 300 mila euro o sulla sanatorie delle case popolari. Il Pd ha incassato anche la parte della norma per il rischio idrogeologico che istituisce un fondo che consente ai Comuni l’assunzione di geologi e ingegneri civili per prevenire il rischio.
Ma la mini-finanziaria, ridotta a poco più di 10 articoli, non presenta per questa ragione un minore numero di insidie. Il centrodestra si gioca punto a punto ogni votazione, di articolo in articolo.
Il clima è incerto e l’inerzia delle trattative ristagna. Eppure appare, quasi sfumata, la sensazione che la coalizione di governa possa incassare, dopo la Finanziaria, anche il secondo risultato.
Certo fa riflettere, e non poco, il passo di lato che il governo, riscritture presentate a parte, potrebbe essere costretto a fare su ESA e IACP. Sarebbe come dovere riconoscere che senza il soccorso armato del parlamento volenteroso e disponibile, la strada non può che essere in salita. Ma magari le cose non stanno così e il voto d’aula ci sorprenderà. A colpi di maggioranza. E senza dovere subire troppi colpi e contraccolpi da voto segreto.