Dopo l’accordo raggiunto lo scorso 1 giugno tra Almaviva e le organizzazioni sindacali, ad eccezione della Slc Cgil, di ricorrere al contratto di solidarietà per scongiurare l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per 724 dipendenti del call center di Palermo, prosegue la trattativa tra le parti che si sono riunite oggi presso l’assessorato regionale al Lavoro. Al centro della discussione la richiesta decisa da parte dell’azienda di trovare un’intesa sul controllo individuale a distanza dei lavoratori attraverso il quale, secondo i manager della società, sarebbe possibile aumentare la produttività. Condizione quest’ultima considerata indispensabile per affidare al sito siciliano volumi di lavoro aggiuntivi che riducano il ricorso agli ammortizzatori sociali.
Il prossimo incontro si terrà il 12 giugno. Per i sindacati però il possibile aumento dei volumi di lavoro non può essere l’unica merce di scambio in grado di giustificare un compromesso così delicato che riguarda le libertà ed i diritti dei lavoratori, seppur previsto dallo Statuto dei lavoratori. Da qui la richiesta avanzata da tutte le organizzazioni sindacali sedute al tavolo di discutere anche di esodo incentivato, di contratto di secondo livello e di formazione professionale del personale. Per quest’ultima viene chiamata in causa la Regione Siciliana quale ente finanziatore delle attività. “Se su questi temi si troverà una convergenza – spiega Giuseppe Tumminia della Uilcom – allora sottoporremo la questione a referendum”.
Più radicale la posizione della Slc Cgil, per niente disposta a concedere il controllo individuale a distanza ma disponibile ad aprire un confronto sulla produttività e sulla qualità del lavoro a patto che prima l’azienda conceda quanto chiesto dai sindacati. “Ancora una volta – dichiara il segretario Maurizio Rosso – registriamo che non ci sono progetti di investimenti sulla sede di Palermo, che non c’è un piano industriale chiaro che porti radicamento sul territorio e consolidamento del lavoro e soprattutto una prospettiva di sviluppo di Almaviva. Crediamo che la Regione debba intervenire su temi come la formazione e le nuove tecnologie e che l’azienda debba cominciare a restituire ai lavoratori tutti i sacrifici fatti negli ultimi 5 anni”.