Si fa buio il futuro dei 3.400 dipendenti del call center Almaviva di Palermo. Dopo le schiarite delle ultime settimane, che avevano visto la sigla di diversi accordi con le organizzazioni sindacali, ad eccezione della Slc Cgil, arriva come un temporale improvviso la nota dell’azienda che mette in discussione la prosecuzione della definizione del piano di rilancio del sito siciliano a seguito della perdita della commessa Octo Telematics, che a Palermo impegna 47 lavoratori. Un numero relativamente basso che, secondo i sindacati, non dovrebbe cambiare di molto il corso della vertenza, ma per Almaviva le cose stanno diversamente.
Tutto il percorso fatto fino ad oggi, quindi, rischia di essere vanificato. Per Almaviva, infatti, questa contrazione dei volumi di lavoro comprometterebbe il buon esito della trattativa, che prevede anche l’intervento della Regione Siciliana per il finanziamento delle attività di qualificazione professionale del personale. Una doccia fredda per i lavoratori e per quei sindacati che, seppur prevedendo altri sacrifici, avevano faticosamente lavorato ad un’intesa per tentare di ridurre i 724 esuberi e salvare quanti più posti di lavoro possibile. Dal primo luglio scorso, invece, fa notare la società, gli esuberi sono diventati 771. Una situazione aggravata dal fatto che il committente e la nuova azienda che gestirà il servizio non avrebbero rispettato la normativa vigente sul cambio appalti nei call center, nonchè l’applicazione delle clausole sociali per tutelare i lavoratori. Su questo le organizzazioni sindacali chiedono che siano fatte le verifiche del caso.
Meno sorpresa, invece, l’Slc: “I nostri timori erano fondati. Ancora una volta constatiamo che l’azienda continua a spremere i lavoratori senza dare certezze. Per l’ennesima volta vediamo naufragare i propositi di rilancio”, dichiara il segretario generale Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso. “Come sosteniamo da tempo, Almaviva continua a non rispettare gli accordi e soprattutto non poggiare il futuro dei lavoratori del sito di Palermo su prospettive industriali serie, costruite con la collaborazione delle istituzioni e del sindacato. I destini dei lavoratori del call center Almaviva non possono essere legati alla durata delle commesse. Non sono dipendenti della commessa Tim, Wind o Alitalia, ma lavorano per una multinazionale che dovrebbe invece allargare gli orizzonti nel settore dei servizi, radicare l’azienda nel territorio e creare occupazione”.
Infine, un’ultima stoccata da parte della Cgil: “Ci fa piacere per il Trentino l’apertura di un insediamento per le smart factory, di un nuovo polo hi-tech incentrato sulle sinergie tra enti, territorio e aziende ma ci sgomenta sapere che non c’è un impegno del genere per Palermo”.