Alla ripresa dei lavori, dopo che l’aula aveva respinto la richiesta delle opposizioni di rimandare il ddl in commissione, il testo sulle ex province è comunque stato affossato. A Sala d’Ercole è infatti stato approvato con voto segreto l’emendamento presentato dalle opposizioni che ha soppresso l’articolo 1 del testo, facendo cadere l’impalcstura dell’intero ddl.
“Sulle ex province il governo Schifani ha portato a casa l’ennesima figuraccia. Un ddl che nelle intenzioni doveva servire anche a moltiplicare le poltrone ed i costi, ma che è stato affossato grazie all’azione del Pd e delle opposizioni. Ancora una volta sono state smascherate le contraddizioni interne alla maggioranza”. Lo dice Michele Catanzaro capogruppo del Pd all’Ars. “Lo avevamo detto e lo ribadiamo – continua – nessuno pensi di provare ancora ad inserire norme in contrasto con quanto previsto dalla legge Delrio, al momento la strada percorribile è quella delle elezioni di secondo livello nelle città metropolitane e nei liberi consorzi sulla base di quanto previsto dalla normativa nazionale”.
“La nuova bocciatura della riforma sulle ex Province, per come l’aveva concepita il centrodestra, è la prova delle faide all’interno di questa rissosa maggioranza, dove ognuno va per la sua strada. Ogni volta che si va al voto segreto sono dolori per l’esecutivo, a riprova del fatto che dentro la maggioranza il clima è tutt’altro che disteso e che parecchi deputati che dovrebbero sostenere Schifani non aspettano altro che la prima occasione utile per togliersi qualche sassolino dalle scarpe”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca. “Avevamo chiesto – continua Antonio De Luca – di votare solo la data delle elezioni di secondo livello per consentire agli enti intermedi di avere finalmente una governance politica, eletta, seppur indirettamente, per chiudere finalmente l’eterna stagione dei commissari e non di stravolgere la normativa. E invece il centrodestra ha mostrato tutta la sua arroganza, incassando una nuova sonora bocciatura sulle ex Province dopo quella di febbraio”. “La maggioranza – conclude Antonio De Luca – è andata sotto per un voto e l’assenza di Schifani nei fatti è stata determinante per le sorti del provvedimento. Speriamo, almeno, che questo gli serva da lezione e gli faccia trovare in futuro più spesso la strada per sala d’Ercole”.