Alla fine hanno tirato tanto la corda che si è spezzata. Ieri si è consumata l’ennesima lite nel governo gialloverde fra Salvini e Di Maio ed è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. All’origine, la frase del leader leghista sul reddito di cittadinanza da lui definita in un’intervista “una gran minchiata”. Frase decisamente poco tenera all’indirizzo del cavallo di battaglia grillino, che ha fatto andare su tutte le furie il capo dei cinquestelle e a farne le spese è stato il governo del povero Giuseppe Conte.
In poche ore, il premier è stato costretto a rimettere il mandato nelle mani del Capo dello Stato, per l’evidente mancata tenuta della maggioranza che lo sosteneva.
E così, il presidente della Repubblica non ha potuto far altro che prendere atto della fine del governo e proporre una data per le prossime elezioni politiche, che saranno il 16 giugno. Tramontato l’esecutivo gialloverde, si è già saputo che i pentastellati schiereranno Alessandro Di Battista candidato presidente del Consiglio (che ha deciso di revocare il già programmato viaggio in India e restare in Italia), mentre la Lega correrà con lo stesso Matteo Salvini, in una coalizione sovranista con Giorgia Meloni.
Fra i candidati rispunta anche Silvio Berlusconi, ormai riabilitato e pronto a misurarsi con le urne, mentre indiscrezioni di palazzo vorrebbero l’ormai ex premier Conte pronto a entrare nel Pd: un colpaccio per Zingaretti che arruolerebbe l’ex avversario politico rimasto orfano dei due partiti che lo sostenevano.
Buon Primo Aprile a tutti…