CATANIA – «L’urgenza di riclassificare il territorio di Catania in Zona a rischio sismico 1 (e non più 2, com’è allo stato attuale), ha incontrato nel tempo il consenso trasversale, al di là dei gruppi politici, in considerazione del fatto che il tema – di cruciale importanza – riguarda la tutela di migliaia di cittadini che vivono nella città e nel suo circondario. La nostra azione di sensibilizzazione prosegue dunque con fermezza, motivo per cui invitiamo anche la nuova Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Salvo Pogliese, ad accogliere le istanze del tavolo tecnico #Cataniasicura, per diventare parte attiva di quel processo che può finalmente mettere in sicurezza il patrimonio edilizio etneo». Questo l’invito del presidente di Ance Catania Giuseppe Piana, in rappresentanza della task force che riunisce la filiera edile catanese.
#Cataniasicura è infatti tornata a riunirsi – ieri pomeriggio (16 luglio) presso la sede etnea di Ance – per riprendere il confronto dopo l’importante passo avanti compiuto pochi giorni fa: l’approvazione della mozione con cui l’Assemblea Regionale Siciliana impegna il governo Musumeci ad attivare ogni iniziativa per l’aggiornamento della classificazione sismica che riguarda l’area della Sicilia Orientale.
Alla riunione è intervenuta non a caso la deputata regionale Gianina Ciancio, prima firmataria della mozione. Erano presenti il docente del Dipartimento universitario di Ingegneria Civile e Architettura (Dicar) Paolo La Greca, il direttore del Dipartimento Protezione civile di Catania Giovanni Spampinato, il direttore dell’Ufficio comunale Urbanistica Biagio Bisignani, il presidente dell’Ordine Ingegneri Giuseppe Platania, il presidente e il segretario dell’Ordine Architetti Alessandro Amaro e Maurizio Mannanici, il presidente e il consigliere del Collegio Geometri Paolo Nicolosi e Agatino Spoto, la consigliera dell’Ordine dei Geologi Giovanna Pappalardo, l’avvocato Iole Nicolai della società Deloitte.
«Chiederemo al governo regionale di approfondire ulteriormente la tematica attraverso incontri con la Protezione Civile e con gli organi competenti – ha dichiarato la deputata Ciancio – Non è più possibile rimandare la messa in sicurezza dei nostri edifici, soprattutto nel momento in cui gli strumenti fiscali attualmente messi a disposizione dallo Stato possono portare a risultati concreti. È paradossale che una città ad alto rischio come Catania non possa averne accesso a causa di una categoria sismica non aggiornata».
La classificazione in zona 2 è dovuta soprattutto alla frequenza con cui gli eventi sismici si sono manifestati nella storia del territorio. Ma se si considerano con più attenzione i livelli di pericolosità e intensità del probabile sisma, il grado di vulnerabilità del patrimonio edilizio, e non da ultimo la presenza del vulcano, l’area di Catania raggiunge i massimi livelli di allerta. Per questo il tavolo #Cataniasicura si è impegnato a fornire ulteriori analisi e studi scientifici che confutino ancora una volta la tesi.
Già nella puntata del 25 luglio 2016, il programma di divulgazione scientifica ‘Fuori Luogo’ (Rai1) è sbarcato in Sicilia. Tra i temi trattati proprio l’Etna e il rischio sismico elevato sulla città di Catania.