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I dati

Censimento Istat: in Sicilia meno anziani che nel resto d’Italia

venerdì 22 Settembre 2023

L’Istat ha reso noti i dati del censimento della popolazione relativo al 2021. In Sicilia ci sono 4.833.329 residenti, sostanzialmente in linea rispetto al 2020 (-376 individui) e in calo del 3,4% rispetto al 2011. La stazionarietà rispetto al 2020 – dice Istat – è frutto della somma di una componente negativa, costituita dal saldo naturale e da quello migratorio interno, cui si contrappone una componente positiva, rappresentata dal saldo migratorio con l’estero e dalla correzione censuaria. Il tasso di mortalità è cresciuto dal’11,4 per mille del 2020 al 12,2 per mille del 2021, con un picco del 13,5 per mille registrato nella provincia di Messina.

Gli stranieri censiti sono 184.605 (-1.590 rispetto al 2020), 3,7 cittadini ogni 100 censiti. Provengono da 164 Paesi, prevalentemente da Romania (24,9%), Tunisia (11,8%) e Marocco (8,5%). Le donne sono il 51,3% della popolazione residente, superando gli uomini di oltre 125mila unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile. L’età media si è innalzata rispetto al 2020 da 44,7 a 44,9 anni. Catania e Ragusa sono le province più giovani (44 anni) mentre Messina ed Enna quelle più anziane (rispettivamente 46,6 e 46,2 anni). Gli analfabeti e alfabeti senza titolo di studio rappresentano, rispettivamente, lo 0,9% e il 4,4% dei residenti; il 33,1% dei residenti ha conseguito il diploma di scuola media, il 32,2% ha il diploma di scuola secondaria o di qualifica professionale, il 13,3% possiede un titolo accademico. Crescono gli occupati rispetto al 2011 (9.285 persone in più, +0,6%), soprattutto fra le donne (+6,8%), mentre diminuiscono le persone in cerca di occupazione (-33,1%), in particolare per la componente femminile (circa 79mila unità in meno, pari al -39,8%).

La popolazione siciliana presenta, nel 2021, una struttura sensibilmente meno anziana rispetto al totale del Paese. Lo dice il censimento 2021 dell’Istat. L’età media, 44,9 anni, risulta in aumento rispetto al 2020 (44,7) e più bassa rispetto ai 46,2 anni della media nazionale. Aumenta l’indice di vecchiaia che passa da 163,4 del 2020 a 167,6 del 2021 e risulta lievemente in aumento l’indice di dipendenza degli anziani: da 34,9 del 2020 a 35,2 del 2021. Cresce anche l’indice di struttura della popolazione attiva, che passa da 127,7 nel 2020 a 129,3 nel 2021. Dagli indicatori della popolazione le province di Ragusa e Catania risultano quelle con la struttura demografica più giovane; all’opposto il processo di invecchiamento è più evidente nelle province di Enna e Messina.

La popolazione straniera in Sicilia al 2021 ammonta a 184.605 unità, il 3,7% della popolazione straniera residente in Italia. Oltre il 50% dei cittadini stranieri risiede nelle tre province di Palermo (18,3%), Catania (18,0%) e Ragusa (16,4%). L’incidenza sulla popolazione residente totale è minore rispetto al dato nazionale (3,8% contro 8,5%), l’incidenza provinciale più alta si osserva a Ragusa (9,5%) e, all’opposto, quella più bassa a Enna (2,4%) (Prospetto 6). In Sicilia la maggior parte dei cittadini stranieri proviene dall’Europa (39,7%), il 35,3% dall’Africa, il 22,0% dall’Asia e il 3% dall’America. Sono residuali le presenze dall’Oceania e gli apolidi. I cittadini stranieri provengono da 164 Paesi del mondo, particolarmente da Romania (24,9%), Tunisia (11,8%) e Marocco (8,5%); tunisini e singalesi presentano una particolare concentrazione rispetto al livello nazionale.

La componente femminile siciliana prevale fra le persone con titolo universitario (56,0% dei laureati o con titolo superiore), in particolare per le donne di età compresa tra i 25 e 64 anni, ma anche tra quelle prive di un titolo di studio (56,8%) e in possesso della sola licenza elementare (57,7%), soprattutto nella classe d’età 65 anni e oltre. A livello provinciale, i tassi di mancanza di istruzione e di conseguimento dei titoli di studio più bassi (fino alla licenza media inferiore) presentano ovunque valori più elevati per i maschi, con il tasso massimo a Ragusa (59,4%), e per le femmine a Caltanissetta (58,6%). Viceversa, all’estremo opposto, l’insieme dei titoli accademici sono ovunque più elevati per le donne, per le quali si registra il valore massimo a Messina (17,1%), contro il corrispondente 13,8% degli uomini. Una quota più significativa di stranieri, 43 su 100, è in possesso della licenza media, con uno scarto di quasi 11 punti percentuali rispetto agli italiani, mentre l’11,5% degli stranieri non possiede alcun titolo di studio, contro il 5% degli italiani: in queste due componenti per titolo di studio le percentuali degli stranieri prevalgono su quelle degli italiani. Si contano invece 24 stranieri su 100 residenti con diploma secondario di secondo grado (italiani: 32,5%) e 7 su 100 residenti con titolo universitario (italiani: 13,5%).

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