“Una follia”. Non usa mezzi termini l’avvocato Francesco Leone per definire la prenotazione online ad alcuni corsi a numero chiuso dell’Università degli studi di Palermo, il cosiddetto “click day”, di cui ilSicilia.it ha raccontato QUI.
Una procedura che va “contra legem – prosegue il legale dello studio Leone-Fell – ignorando la legge 264 del 1999 che disciplina le ‘Norme in materia di accessi ai corsi universitari’. Nell’articolo 4, infatti, è prevista l’ammissione ai corsi a numero programmato locale ‘previo superamento di apposite prove di cultura generale, sulla base dei programmi della scuola secondaria superiore e di accertamento della predisposizione per le discipline oggetto dei corsi medesimi’. In poche parole, ad esempio nel caso della pre-immatricolazione in Farmacia, bisogna effettuare un test d’ingresso su chimica, fisica e matematica, che i ragazzi hanno studiato al liceo”, spiega.
La vicenda del click day, almeno per l’anno accademico 2023/2024 che deve ancora iniziare, ha radici prima dell’estate. Una prima sessione di prenotazione online era prevista a luglio. Ma per alcuni corsi di laurea c’è stato bisogno di una seconda sessione a settembre. Il motivo? Non erano stati occupati tutti i posti disponibili.
“Ho il sospetto – fa notare Leone – che, anche se i corsi di laurea sono tra quelli più gettonati, Unipa non sia abbastanza di richiamo. Se lo fosse, i posti sarebbero stati tutti coperti subito. Invece, il fatto che sia stato necessario un secondo click day è sintomo del fatto che, forse, l’Ateneo di Palermo non sia poi così attrattivo. La prenotazione online – sottolinea l’avvocato – assolve così a un duplice obiettivo. Da una parte, istituisce il numero chiuso, che è obbligatorio per legge. Allo stesso tempo, però, evita extra costi che difficilmente potrebbero essere affrontati con così pochi pre-iscritti”.
Se così fosse, sembrerebbe quasi che in Unipa non vogliano avere appeal. Solo così si eviterebbero eventuali ricorsi. Dribblati già lo scorso anno, per la verità, quando, per l’appunto, gli iscritti finali ai corsi a numero chiuso con graduatoria locale furono di meno rispetto ai limiti che lo stesso Ateneo aveva fissato.
Su quest’ultimo dettaglio l’avvocato Leone si concentra: “Abbiamo fatto istanza di accesso agli atti in diverse occasioni, per capire se fosse stata effettuata la necessaria istruttoria per determinare i posti da mettere a bando. Spesso – dice – capita che le università stabiliscano il numero degli studenti che possono accedere ad un corso in modo arbitrario, riprendendo in automatico le carte degli anni accademici precedenti. La legge prevede, invece, la valutazione di alcune variabili come le aule, i professori e le ore di didattica frontale che l’Ateneo è in grado di offrire. Non ci è mai stata data risposta. È dai tempi del famoso click day del Piano giovani ideato dal governo Crocetta con l’assessore Nelli Scilabra che sono convinto che questa folle procedura sia destinata a fallire sempre“, conclude.
Mentre è già in fase avanzata il ricorso al Tar per il Tolc di Medicina e l’Udu ha appena annunciato un’azione legale per il click day in Psicologia clinica, in generale, se il numero dei pre-iscritti non supererà il numero chiuso previsto, non si potrà agire.
Ciò che resta, però, è che se ci sarà anche solo una persona fuori graduatoria, alla fine avrà vinto non soltanto chi ha più dimestichezza con la tecnologia, bensì chi ha connessione migliore, i device di ultima generazione e, magari, non avrà ancora in tasca il titolo di laurea triennale o di diploma. Ad essere penalizzati saranno, quindi, coloro che hanno già tutti i titoli, ma hanno la sfortuna di abitare in un piccolo centro della provincia e di non avere centinaia di euro a disposizione per comprare l’ultimo costosissimo smartphone, tablet o pc.