A Palermo è emergenza economica e sociale.
A seguito del lockdown previsto dal DPCM del 9 marzo per far fronte all’emergenza coronavirus, sono tante le famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese.
“Solo a Palermo sono oltre 2.500 le richieste di aiuto già pervenute, famiglie allo stremo. <<Abbiamo fame, dateci qualcosa da mangiare>> chiedono in numero sempre maggiore“.
Sono queste le prime parole ai microfoni di Ansa.it di Gabriella Lipani, direttore dell’Associazione Banco Alimentare.
La sua Onlus, assieme a Caritas diocesana e Banco delle Opere di carità, è stata chiamata in causa dal comune di Palermo per fare fronte alla necessità di fornire generi alimentari ai più bisognosi.
UNA SITUAZIONE DIFFICILE DA GESTIRE
Una platea di famiglie disperate, i cui componenti sono per lo più disoccupati o lavoratori in nero. Persone che non riescono a fare più la spesa in autonomia.
“Con il Banco delle Opere di carità ci siamo divisi le otto circoscrizioni della città”, aggiunge Gabriella Lipani.
“Riceviamo gli elenchi delle famiglie da assistere e nei limiti delle nostre possibilità cerchiamo di dare una risposta. E’ chiaro però che non possiamo risolvere tutti i problemi“.
Una corsa alla solidarietà che vede il contributo di numerosi cittadini, che hanno aderito all’iniziativa del carrello sospeso.
“Tanti ristoratori che hanno dovuto chiudere ci hanno donato le loro scorte“, spiegano Pietro Maugeri e Domenico Messina del Banco Alimentare della Sicilia orientale.
“L’emergenza non può fermare la solidarietà, per questo abbiamo chiesto che l’attività di distribuzione alimentare a chi ha bisogno possa rientrare tra quelle di prima necessità, in modo da muoverci sempre nel rispetto delle regole“.
Una situazione che, se non si prenderanno adeguati provvedimenti, rischia di peggiorare ancora di più.