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La situazione

Depuratori di Sicilia, la lunga notte delle soluzioni che ancora non arrivano

mercoledì 21 Febbraio 2024
Fabio Fatuzzo

Sarà stata  pure la prima regione italiana a recepire la direttiva Ue sulla sicurezza dell’approvvigionamento idrico ma ciò non fa certamente della Sicilia un terra virtuosa in tema. I primi giorni di febbraio hanno regalato uno tra i decreti più attesi da tempo, quello sul riutilizzo delle acque reflue. Grazie alla norma verranno ampliate e disciplinate le possibilità di impiego delle risorse secondo parametri di qualità e precisi standard di riferimento per ciascun ambito di riuso. E’ giunto il momento di festeggiare? Assolutamente no.

Il tema della depurazione, insieme all’emergenza idrica e agli alti livelli si siccità, è l’emblema dell’immobilismo politico,  e dell’incapacità di porre rimedio alle criticità vissute da quel 39% degli abitanti esclusi dal servizio.

Per comprendere la nebbia che aleggia ogni qual volta si parla di depurazione e di acque reflue basta osservare i dati dell’ultimo rapporto disponibile condotto da Arpa Sicilia, pubblicato nel 2022 e che contiene i risultati delle 428 ispezioni effettuate nel 2021. Solo 151 dei 390 depuratori attivi hanno l’autorizzazione allo scarico. Dei 352 campioni prelevati 222 (63%) risultano conformi, 130 (37%) non conformi. Se questi numeri non lasciano spazio all’immaginazione, dipingendo un quadro abbastanza disastroso, quelli sull’attività di controllo preoccupano maggiorante, con 154 sanzioni amministrative e 19 comunicazioni all’autorità giudiziaria. Il 62% dei depuratori controllati, inoltre, era sprovvisto di autorizzazioni.

Il gap infrastrutturale e i guai che ne conseguono non sono passati inosservati tanto che le milionarie sanzioni pesano sulle casse siciliane. Il problema risiede proprio nel numero e nel funzionamento delle opere. Per sciogliere il nodo, nel 2017 è stato istituito il Commissario straordinario unico per la depurazione, con il compito di accelerare la progettazione e la realizzazione dei lavori di collettamento, fognatura e depurazione interessati dalle procedure di infrazione comunitaria aperte nei confronti dell’Italia. Si tratta dunque di una struttura nazionale ma che nei fatti, osservando anche il portale, racchiude solo tre regioni del Sud: Sicilia, Campania e Calabria. Il congelamento dell’attività è certificato anche dall’emissione dei bandi emessi. L’ultimo rivolto all’Isola risale a febbraio 2023 e riguarda i lavori di adeguamento del sistema fognario-depurativo e la realizzazione del nuovo impianto di depurazione di Fontana del Conte-Niscemi.

Poi il nulla. Il decreto emanato della presidenza del Consiglio dei ministri, con netto ritardo e diversi malumori, aveva nominato Fabio Fatuzzo nuovo commissario straordinario unico, affiancando Toto Cordaro e di Antonino Daffinà come subcommissari.

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