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Report "Sesso è potere 2023"

(Dis) parità di genere: in Sicilia ai vertici politici (quasi) sempre uomini

lunedì 4 Dicembre 2023

In Italia e in Sicilia, il potere permane saldamente nelle mani degli uomini, come rivela il rapporto “Sesso è potere 2023”L’analisi condotta da info.nodes e onData, associazioni no-profit per la trasparenza dei dati, mette in luce la grande disparità di genere nei settori politico, economico, mediatico e accademico del Paese.

 

 

Il rapporto fotografa la presenza delle donne nelle posizioni di vertice di istituzioni e nella società italiana e siciliana: e ancora una volta non sono buone notizie.

 

Analisi della Rappresentanza di Genere: Focus Sicilia

 

Esaminando attentamente i dati forniti dal Ministero degli Interni e rielaborati su mappe interattive dai relatori di “Sesso è potere” , riguardo alla rappresentanza nei governi locali italiani, emerge un quadro significativo, con la Sicilia che presenta particolari tendenze e disparità di genere.

 

Governo e Assemblea regionale 

 

palazzo d'orleans
Palazzo D’Orleans

Anche se la Sicilia non ha una governatrice, di sicuro ha una serie di donne attive nella politica locale e regionale all’interno della giunta regionale Schifani. Presenti diverse figure femminili alla gestione di assessorati importanti per “peso politico”.

 

Nuccia Albano, palermitana, che gestisce l’Assessorato alla Famiglia, alle politiche sociali e al Lavoro; Elvira Amata, messinese, al Turismo; Giovanna Volo, nissena, con il ruolo di assessore alla Sanità della Regione Siciliana; Elena Pagana, ennese di 31 anni, la più giovane in Giunta che ha l’Assessorato al Territorio e all’Ambiente.

 

 

Palazzo dei Normanni

La composizione della XVIII Legislatura dell’Assemblea regionale siciliana evidenzia ulteriormente le disparità di genere. Su 70 deputati regionali, solo 14 sono le donne.

L’elenco e un resoconto dettagliato dei deputati Ars lo trovate all’interno dell’articolo pubblicato su ilSicilia.it l’elenco dei deputati.

 

Nelle commissioni dell’Ars, le nomine alle posizioni chiave delineano delineano un quadro di una presenza femminile in particolare nei ruoli delle vice presidenze e nelle segreteria.

La Commissione Bilancio vede Margherita La Rocca come vice presidente e Marianna Caronia nel ruolo di segretario.

Stefania Campo assume la vice presidenza nella Commissione Attività Produttive Terza, mentre nella Commissione Ambiente, Territorio e Mobilità (Quarta), i vice presidenti sono Bernardette Felice Grasso e Jose Marano.

La quinta commissione, Cultura, Formazione e Lavoro, annovera Marianna Caronia e Valentina Chinnici come vice presidenti, con Serafina Marchetta nella posizione di segretaria.

La Commissione Esame delle Attività dell’Unione Europea vede Cristina Cimminisi come vice presidente e Martina Ardizzone come segretaria.

Infine, la Commissione d’inchiesta e vigilanza sulla mafia e corruzione in Sicilia vede Bernadette Felicia Grasso come vice presidente e Roberta Schillaci come segretaria.

 

I comuni

 

In Sicilia, il 92,82% dei sindaci è composto da uomini, indicando una marcata predominanza maschile nella guida dei comuni. 

Dati di genere – amministratori comunali nelle Regioni

 

Questa cifra supera la media nazionale, evidenziando una sfida significativa per promuovere la partecipazione femminile nelle cariche decisionali a livello locale. Simili tendenze si riscontrano anche in altre regioni meridionali come Campania (94,19%), Calabria (90,93%), e Puglia (90,40%).

Maria Monisteri Caschetto – Sindaco di Modica

In Sicilia, in nessun comune oltre i 100.000 abitanti abbiamo un sindaco donna, mentre nella fascia oltre 50.000 abitanti l’unica amministratrice è Maria Monisteri Caschetto, nel comune di Modica

Carolina Varchi – Vice sindaco comune di Palermo e deputata nazionale FdI

A livello nazionale, il dato generale dei 6.594 comuni, cioè nel 84,7% dei casi, è stato eletto un sindaco uomo, mentre le donne che ricoprono la massima carica sono appena il 15,3%, cioè 1.189.

Di rilievo e di prestigio il ruolo svolto a Palermo, da Carolina Varchi, vice sindaco del capoluogo di regione e deputata di Fratelli d’Italia in Parlamento con il ruolo di segretaria dell’ufficio di presidenza della Camera dei deputati.

 

Il Consiglio comunale di Palermo è composto da 28 uomini e 12 donne. Ancora una volta, come nelle altre inchieste, le donne sono in netta minoranza rispetto agli uomini.

Ornella Romano

Presenti come vice sindaco nel comune di Enna, Ornella Romano, nominata il 26 giugno 2023e e al comune di Caltanissetta la 47enne Grazia Giammusso.

Grazia Giammusso

Il dato dei sindaci (aggiornato al 26 ottobre) nell’approfondimento che ilSicilia.it aveva realizzato li gli uomini amministrano 363 comuni, le donne 28.

Facendo un rapido calcolo percentuale significa che, solo il 7,16% dei comuni siciliani ha come sindaco una donna, confermando il dato del 92,82% a guida maschile uscito dal report “Sesso è potere”. Dunque, sono ancora molto pochi gli spazi lasciati alle donne ai vertici delle amministrazioni comunali siciliane.

 

Dei 28 comuni amministrati da donne, quelli con oltre 10.000 abitanti, l’elenco indicava:

-nel Palermitano: Termini Imerese, Maria Terranova

-nel Catanese: Aci Catena, Margherita Rita Ferro

-nel Siracusano: Pachino con Natalina Petralito e Avola con Rossana Cannata

-nell’Agrigentino: Menfi, Marilena Mauceri

-nel Ragusano: Comiso, Maria Rita Annunziata Schembari

-nel Trapanese: Erice, Daniela Toscano Pecorella

(Nota: ricordiamo che il dato è aggiornato al 26 ottobre)

 

Giunta comunale comune di Catania

L’analisi delle giunte comunali offre una prospettiva più equilibrata. Dei 20.849 assessori, il 43,48% sono donne, indicando un miglioramento nella diversità di genere a livello decisionale.

Questo suggerisce che, sebbene la carica di sindaco sia ancora dominata dagli uomini, le giunte stanno compiendo passi positivi verso una rappresentanza più bilanciata.

In termini di consiglieri comunali, il 34,02% sono donne. Questo dato rappresenta una presenza femminile significativa nei consigli, ma sottolinea ancora la necessità di promuovere un coinvolgimento più attivo delle donne in tutti i livelli di governo locale.

 

Annalisa Tardino

A livello di rappresentanza europea è importante ricordare anche quello di Annalisa Tardino, commissario regionale della Lega in Sicilia. Un incarico importante per l’eurodeputata di Licata, impegnata nell’ambito dell’Unione Europea come parte del Gruppo Identità e Democrazia.

 

 

 

In conclusione, la Sicilia e il contesto meridionale in generale affrontano difficoltà nella promozione dell’equità di genere nei ruoli decisionali, di programmare e ampliare gli sforzi mirati per superare gli ostacoli esistenti e garantire una rappresentanza più inclusiva.

 

I dati nazionali e regionali degli “squilibri di genere” in politica

 

Nonostante le donne costituiscano la maggioranza della popolazione (51,3%), il potere decisionale è ancora prevalentemente maschile. Il dato sorprendente è che, nonostante le donne siano più istruite degli uomini, le posizioni di comando restano in gran parte nelle mani degli uomini.

Questo fenomeno si riflette anche in politica, dove, nonostante l’attuale presidente del Consiglio donna, Giorgia Meloni, e la leader del Partito Democratico, Elly Schlein, le donne occupano solo il 33,3% dei seggi parlamentari e guidano appena il 30% dei ministeri.

Elly Schlein

 

 

 

 

 

 

Consiglio dei Ministri

Le donne elette nel parlamento italiano sono 200 sul totale di 600 seggi elettivi disponibili e risultano 6 ministeri su 24 a guida femminile nell’attuale legislatura secondo i dati di Open Polis, che evidenzia il calo della quota di donne elette per la prima volta dalla XIII legislatura.

La Presidenza del Consiglio conta inoltre 5 sottosegretari, tutti uomini: Alfredo Mantovano, Alessio Butti, Alberto Barachini, Alessandro Morelli e Giovanbattista Fazzolari. 

 

 

Donatella Tesei

A livello regionale, su 20 regioni, solo una è guidata da una donna, in Umbria, dove governa Donatella Tesei.

Esaminando la composizione delle Giunte regionali, emerge che 104 assessori sono uomini, corrispondenti al 72,22%, mentre solo 40 sono donne, costituendo il 27,78%. 

Nei Consigli regionali, la predominanza maschile è ancora evidente, con 651 uomini (76,05%) rispetto a 205 donne (23,95%).

 

Questi dati riflettono una persistente disparità di genere nelle istituzioni regionali, sottolineando la necessità di un’attenzione continua per promuovere la parità di rappresentanza e offrire opportunità eque a entrambi i generi nel contesto politico regionale.

 

 

 

Anche a livello comunale, solo il 15,3% dei sindaci sono donne, ma c’è un equilibrio di genere più marcato nelle giunte comunali.

 

 

Dall’analisi dei 42 comuni con più di 100.000 abitanti, emerge che solo il 7,1% dei sindaci sono donne, evidenziando una sproporzione significativa nelle cariche di leadership nelle città più grandi. La rappresentanza femminile è essenziale per riflettere la diversità e garantire una governance inclusiva in tutte le dimensioni territoriali.

Insomma, è evidente che il quadro generale nei comuni italiani rimane dominato dagli uomini e che rafforzano la necessità di un impegno continuo per garantire l’uguaglianza di genere e promuovere un cambiamento significativo nelle dinamiche di potere in Italia.

 

Il contesto “lavoro”, le retribuzioni e il rischio “povertà”

 

Secondo i dati Istat raccolti al 1 gennaio 2022 in Italia risiedono 58.983.122 persone, il 48,7% sono uomini, il 51,3%.

Sempre secondo le rilevazioni Istat sui i livelli di educazione e ritorni occupazionali del 2021, le donne in Italia non solo sono la maggioranza, ma sono anche più istruite degli uomini: il 65,3% ha almeno un diploma, contro il 60,1% tra gli uomini, e le laureate arrivano al 23,1% contro il 16,8% tra gli uomini. Le differenze, rileva l’Istituto di Statistica, sono ben più marcate rispetto a quelle osservate nella media Ue27.

 

 

A livello europeo, i dati Eurostat nel report Gender Statistics evidenziano significativi divari occupazionali di genere. Nel 2021, Lituania, Finlandia, Estonia e Lettonia registrano i divari più bassi, mentre Italia, con un divario del 19,2%, si trova tra i cinque Stati membri in ritardo con divari superiori o uguali al 15%.

Il rapporto del Censis “Il talento femminile mortificato” sottolinea invece che quasi un terzo delle donne occupate (32,4%) in Italia svolge un lavoro part-time, rispetto all’8,5% degli uomini.

 

 

Anche il contesto retributivo stimato da Eurostat mostra disuguaglianze: il gender pay gap in Italia è del 5% nel 2021, al di sotto della media europea (12,7%). Tuttavia, considerando il divario retributivo complessivo, che include ore retribuite e tasso di occupazione, l’Italia si colloca al terzultimo posto nell’UE.

 

Divario retributivo di genere – Paesi Eu

 

Nel 2022, le donne risultano maggiormente a rischio povertà (21,7%) rispetto agli uomini (18,5%), sempre secondo Eurostat. 

 

 

Tasso di rischio povertà sesso

 

Analizzando il lavoro non retribuito, i dati dell’OECD (Organization for economic cooperation and development)  indicano che in Italia le donne dedicano 306 minuti al giorno a compiti non retribuiti, come lavori domestici e cura dei familiari, rispetto ai 131 minuti degli uomini. 

Questi dati mettono in luce la complessità delle sfide che le donne affrontano nel contesto educativo e lavorativo italiano.

 

Fonte Dati: report integrale “Sesso è Potere”

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