Dopo il Referendum. Una cittadina al Governo: “Perché ho votato no”
Margherita Dragotto
lunedì 12 Dicembre 2016
Domenica 4 dicembre del 2016, la frenesia mia ha spinto a vestirmi in modo veloce, poco dopo eccomi varcare le soglie della scuola sede del seggio elettorale: ho votato NO. Ero più serena.
Ho provato ad immaginare quelle donne italiane che il 2 giugno del 1946, dopo aver ottenuto il diritto al voto; circa l’89% di loro andò a votare mettendo cappellino e guanti e consapevoli che l’Italia era stata fatta ora bisognava decidere: Repubblica o Monarchia. Ho pensato a tutti quei giovani, ma non solo, che venerdì 2 dicembre hanno protestato a Palermo, in via Ruggero Settimo contro il Governo e alcuni di questi ragazzi sono stati presi a manganellate; non hanno fatto nulla se non esercitare gli articoli 17 e 21 della Costituzione Italiana. Ho visto il corteo che sfilava pacifico e una giovane che esortava il corteo con frasi; l’idealista e la leader di un gruppo di giovani che poi è stata caricata e portata via da una camionetta della polizia.
Sergio Mattarella
Continuo a spiegare ai miei alunni, ai miei amici e a chi sembra interessato, che votare è un diritto-dovere ma che innanzitutto occorre informarsi perché oggi la posta in gioco e:democrazia o …
Mi viene in mente Mussolini quando cominciò ad esautorare il potere del Parlamento e concentrare il potere nelle sue mani ossia nel Governo. Il popolo esultava, qualcuno lo additava come un ciarlatano, ma la storia ci ha insegnato che la seconda guerra mondiale è esistita. Milioni di morti e poi finalmente la pace, a Roma, “ addì 27 dicembre 1947” firma il Primo Presidente della Repubblica Enrico De Nicola e controfirmano la Costituzione Italiana il Presidente dell’Assemblea Costituente, Umberto Terracini, il presidente del Consiglio dei Ministri Alcide de Gasperi. Ora mi chiedo perché il Governo Renzi vuol cambiare le modalità di fare le leggi? Perché dare maggiori poteri al Governo? Perché per il Parlamento deve essere modificato nella sua composizione?
Perché mettere le mani sulla “Parte II dell’Ordinamento della Repubblica – Titolo I – Il Parlamento” e ancora Titolo V “Le Regioni, le Provincie e i Comuni”? Non è facile poi trovare misure che compensino una forma di ordinamento forse farraginoso, ma certamente democratico di governare. Cambiare vestito è facile ma trovarne uno che sia adatto e non muta forma è quasi impossibile oggi con questi politici che vorrei facessero un questionario sulla Costituzione e poi mi piacerebbe che si conoscessero le risposte date.
Quindi mi chiedo quale priorità oggi dà il Governo ai cittadini e quali ai propri egocentrismi di modificare un qualcosa ove hanno abbandonato la memoria storica del come e perché sia nato. La Costituzione non è un pezzo di carta obsoleto; è la risultanza delle due guerre mondiali; della resistenza di molti italiani, uomini e donne che morirono per un si o un no al governo fascista. Che urgenza può esserci nel cambiare la Carta di nostri diritti e doveri?
La stessa urgenza che ha portato la legge 107 a distruggere la Scuola ossia la cultura. Più di un milione di insegnanti, giovani e cittadini, che avevano compreso cosa ci fosse dietro la necessità di cambiare la scuola, hanno sfilato contro la riforma della “Buona Scuola” eppure è stata approvata. Ora si è passati al fondamento della nostra democrazia: la Costituzione.
Perché ho votato NO? Perché conoscere è un dovere e si voleva usare il REFERENDUM per uccidere il suo stesso destinatario: il popolo. Ma dopo tante pugnalate, dopo tanti No a cittadini che hanno protestato senza alcun esito come dei fantasmi da scacciare: dovevi Governo aspettare un NO.
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