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Il clan dei “buttafuori”, una costola dei Santapaola controllava il racket di droga e armi

martedì 6 Dicembre 2016

Dalle prime ore del mattino il corpo dei Carabinieri di Catania stanno eseguendo un provvedimento restrittivo nei confronti di 12 persone, ritenute appartenenti al clan mafioso “Brunetto”, guidato da Pietro Carmelo Olivieri (adesso nel carcere di Lanciano) e stanziato nella fascia jonica-etnea nell’ambito della famiglia Santapaola-Ercolano. L’operazione è stata denominata ‘Kallipolis’. Gli indagati devono rispondere a vario titolo di associazione mafiosa, furti e rapine, porto illegale di armi da fuoco oltre che di detenzione e spaccio di stupefacenti, operazioni avvenute tra le zone di Castiglione, Giarre e Fiumefreddo di Sicilia.

Le indagini sono iniziate nel giugno del 2013; si era scoperto come la guida del clan fosse stata affidata ad Olivieri in seguito alla morte dello storico Paolo Brunetto e la detenzione del fratello Salvatore Brunetto a Terni. Gli investigatori hanno documentato il controllo esercitato su ristoranti e attività commerciali della riviera, anche attraverso l’imposizione di buttafuori. Cinque dei dodici provvedimenti sono stati notificati in carcere a persone già detenute per altra causa. “Gli accertamenti dei carabinieri – sottolinea in una nota la Procura di Catania – hanno fatto emergere la commissione di rapine, furti di veicoli e lo spaccio di cocaina e marijuana, oltre a un controllo degli esercizi commerciali della zona di ‘competenza’ con l’imposizione a ristoranti e locali da ballo con l’imposizione di impiegare affiliati come ‘buttafuori’ o’addetti alla sicurezza”.

Uno degli uomini portati in cella ad Agrigento è Giuseppe Calandrino, trovato munito di armi, che si trova adesso in compagnia del boss Olivieri. Gli altri uomini ad aver subito il provvedimento sono Alfio Di Grazia, Alessandro Siligato e Luca Daniele Zappalà. L’ordinanza è stato notificata in carcere a 5 indagati già detenuti per altra causa. Dalle indagini è emersa anche l’attenzione usata degli associati nell’evitare controlli delle forze dell’ordine e la ricerca di armi da fuoco per affrontare eventuali aggressioni di gruppi criminali antagonisti.

Agli arresti domiciliari è stato sottoposto il ventiduenne Marco Miraglia di Giarre, altri arrestati sono Vito Fazio, Leonardo Fresta, Francesco Pace e Paolo Patanè.

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